(G.Piacentini) – In campionato non segna da due gare (Empoli e Bologna), anche se in mezzo c’è stata la doppietta realizzata in Europa League contro l’Austria Vienna, ma a Bergamo contro l’Atalanta, domani pomeriggio, Edin Dzekovuole riprendere a fare gol. Per se stesso, visto che Mauro Icardi lo ha raggiunto con 10 reti in testa alla classifica dei marcatori della serie A, ma soprattutto per la squadra che ha bisogno di una vittoria per consolidarsi nel ruolo di anti-Juventus. Non è stata una sosta del campionato semplice, per il centravanti bosniaco: l’espulsione – la seconda in carriera, la prima lo scorso anno in giallorosso contro il Genoa – rimediata in nazionale nella gara contro la Grecia lo ha mandato su tutte le furie. Le immagini di lui che, calpestato da Papastathopoulos, si vendica togliendo i pantaloncini all’avversario hanno fatto il giro del mondo. Quello che le immagini non hanno raccontato (ma lo ha fatto – privatamente l’ex compagno Torosidis), sono le provocazioni del greco che hanno fatto perdere la testa ad uno dei calciatori più corretti. A Trigoria, dopo il suo ritorno, qualcuno ha provato a scherzare sull’episodio e sul tweet successivo («Li aspettiamo a Zenica») prontamente rimosso, ma Edin ha fulminato con lo sguardo chiunque lo abbia fatto.
Dzeko è deciso e concentrato sull’Atalanta, pronto a sfogare tutta rabbia accumulata in questi giorni. A Bergamo, e non potrebbe essere diversamente, Spalletti ripartirà da lui. Sono lontani i giorni in cui, in prossimità di ogni gara, cominciava il toto-centravanti, col bosniaco spesso destinato alla panchina. «Quest’anno – le parole di qualche giorno fa del tecnico romanista – ho deciso di puntare su Edin, ci dà più soluzioni e completa il nostro modo di giocare». Se Dzeko è un punto fermo, c’è più di un dubbio sul reparto arretrato. Due le certezze: l’utilizzo di Peres e del rientrante Manolas, che giocherà senza mascherina protettiva dopo la frattura al setto nasale. Al fianco del greco, il ballottaggio dovrebbe essere tra Ruediger e Fazio, a meno che Spalletti non decida di riproporre la difesa a tre come ad Empoli, sacrificando Juan Jesus. «Siamo in un bel momento – le parole di Fazio a Sky – la strada è quella giusta. L’Atalanta è una buona squadra e viene da quattro vittorie consecutive: sarà un’avversaria difficile e ci aspetta una bella partita. Spalletti? Sin da quando sono arrivato ha insistito su vari aspetti del gioco. È un vincente, è la prima cosa che si nota entrando nello spogliatoio, è un allenatore “cattivo” e per me è molto importante».