(D.Stoppini – C.Zucchelli) – Lo sapeva pure Una che la serata era di quelle giuste. Eccola lì la figlia di Edin Dzeko, 10 mesi e di rosa vestita, che in tribuna in braccio alla mamma balla sulle note di «Grazie Roma». Sorride lei, sorride il papà in campo mentre si porta via il pallone e rilascia l’intervista come migliore in campo. Inevitabile, visti i tre gol (su quattro) con cui regala alla Roma vittoria, qualificazione ai sedicesimi e primo posto nel girone: «Mi sento bene, lo dico da un po’ di tempo, ma non sono contento solo per me, d’altronde io sono uno che ama giocare per la squadra e per i compagni». Il primo gol probabilmente è il più bello da quando è romanista. «Forse sì, non ricordo bene gli altri… Anzi, forse quello di Perotti è stato più bello del mio! Contava solo vincere, abbiamo fatto bene, anche Alisson nel secondo tempo è stato in credibile e non era facile sia perché il Plzen è una buona squadra sia perché venivamo da una brutta sconfitta a Bergamo. Ma ora lasciamo stare il passato e guardiamo solo al futuro». Nel futuro, domenica, c’è il Pescara, Edin giocherà di nuovo dall’inizio, con Salah e Perotti, ieri entrato al posto di Iturbe e grande protagonista insieme a Dzeko: l’assist per i quarto gol ma, soprattutto, una rete di rabona che farà il giro del mondo. «La verità – ammette Diego - è che ho cercato di crossare, ma ovviamente mi prendo il gol. Siamo tutti contenti perché vogliamo vincere questa Europa League, così come la Coppa Italia e il campionato. Siamo consapevoli del nostro potenziale».
RITMI PIÙ ALTI – Forse è per questo che l’a.d. Gandini sorride: «Vincere il torneo? Intanto ci prendiamo questa qualificazione, poi vediamo…». Con uno Dzeko così tutto si può fare: «Forse la certezza del posto l’ha aiutato - ha detto Spalletti. L’anno scorso qualcosa gli ho tolto io tenendolo fuori per Totti, poi gli ho ridato fiducia mettendo col capitano nella partita con la Samp. Da quel momento lì il pubblico ha avuto più disponibilità nei suoi confronti. Totti gli ha fatto fare 23 gol, De Rossi lo ha difeso davanti al pubblico contro l’Inter: questi sono altri passaggi chiave del suo cambiamento. La verità è che è stato bravo lui. Ma sono ancora convinto che debba diventare più cattivo, perché a volte si fida troppo delle sue qualità». Qualità che la Roma ha fatto vedere, però: «Avversario facile? Le partite vanno giocate tutte, noi abbiamo fatto una buona gara. Ma dobbiamo riuscire a mantenere ritmi più alti, negli strappi ci sono altri più bravi di noi».