(A.Bocci) – In un momento di costruzione di nuovi muri e chiusura di frontiere, Arrigo Sacchi tiene aperta sull’Europa la sua visione del calcio. «In Champions League giocare per vincere non basta, serve uno stile meno speculativo. Bisognerebbe affrancarsi da un’idea di calcio all’italiana che è ancora figlia di quella di cinquant’anni fa».
Intanto però il campionato si è riaperto, nei prossimi turni ci sono decisivi. Vede pericoli per la Juve nella corsa scudetto?
«E quali sarebbero le antagoniste? La Juve viene da cinque titoli vinti, ha avuto infortuni. Ha qualità individuali straordinarie e Allegri è un ottimo allenatore che conosce il calcio italiano, ma deve assemblare nuovi giocatori e ci vuole tempo. Però la Juve è prima in classifica e ha un vantaggio enorme che viene anche dalla superiorità morale. Ha storia e giocatori super professionisti. Il club viene prima della squadra che viene prima del singolo. Non vedo molte chance per le rivali».
Il Milan e la Roma seconde?
«Il Milan? Non si sa. L’Inter? Non si conoscono i nuovi cinesi. La Juve in questo momento non ha le rivali storiche».
Ci sarebbe la Roma…
«La Roma gioca un bel calcio non è una rivale storica. Ha vinto tre scudetti e la Juve una trentina. E poi è una squadra allegra, come la città. Per perdere lo scudetto la Juve deve suicidarsi calcisticamente. Certo, ora gli juventini hanno alzato l’asticella e pensano alla Champions, ma in Italia non hanno vere rivali».
Quindi anche i cannibali juventini hanno passaggi a vuoto?
«Ripeto, è umano. I passaggi a vuoto capitavano anche al mio Milan, che era la squadra più forte di tutte. Ma i giocatori della Juve sono grandi professionisti, le motivazioni le ritrovano in due giorni. La Juve è troppo superiore in tutto: mentalità, leadership. Non vedo un’avversaria. Prendiamo la Roma, che si dibatte fra mille problematiche: ho letto che i giocatori sono andati dagli ultrà. La Roma ha alti e bassi, non ha la determinazione feroce che serve per vincere».