(di K. Karimi) – Alla fine il gol di Kessié, migliore in campo all’Azzurri d’Italia, sancisce una sconfitta che più meritata non si può. La Roma continua a trasformarsi nella più classica ‘Rometta’ che molti tifosi speravano di aver seppellito nel dimenticatoio del passato e perde punti pesanti. 1-0 per i giallorossi contro una buona Atalanta nel primo tempo, 1-2 a fine gara dopo una ripresa (non) giocata a livelli bassissimi. Impossibile decifrare il motivo di un calo così netto, ma una cosa è certa: subire un gol come quello rocambolesco di Caldara non deve assolutamente far crollare le ambizioni e le motivazioni di alcuna compagine.
Commentare ed analizzare il k.o. di ieri è inutile e superfluo, si può sintetizzare il tutto parlando di una ‘solita’ Roma incandescente a tratti e poi capace di uscire dal campo e diventare vittima sacrificale dell’avversaria di turno, poco conta se si tratta di Atalanta, Bayern Monaco o Manchester United. L’atteggiamento è sempre lo stesso, nonostante siano cambiati i calciatori, gli allenatori, i dirigenti nel corso degli anni.
Tornando ad argomenti più attuali, la Roma con questo tipo di comportamento in campo rischia non solo di perdere contatto dalla Juventus, volata già a +7 in classifica, ma anche di lasciare il secondo posto a disposizione delle inseguitrici. Il Milan, se non fosse stato per il gol di Perisic al 92′ nel derby, avrebbe già superato i giallorossi, la Lazio e la stessa Atalanta appaiono talmente in forma da aver recuperato terreno ed essere considerate rivali pericolose. Non scordiamoci del Napoli, che a Udine ha vinto ritrovando fiducia, gioco e carattere.
Altro dato inquietante è l’andamento in trasferta della Roma, che ha costruito le sue annate migliori non solo sul terreno amico dell’Olimpico, ma riuscendo ad essere cinica anche fuori dal Raccordo Anulare. Quest’anno Spalletti e compagnia perdono lucidità e brillantezza fuori casa, come se spaventati o congelati dall’ambiente esterno, dal pubblico nemico o da mille altre situazioni che non si riescono a superare. Oporto, Cagliari, Plzen, Firenze, Torino, Empoli e Bergamo: campi e città differenti, ma stesso atteggiamento della Roma, quello di una bestia all’apparenza feroce sempre uscita con le ossa rotte.
GGR