(A. Managò) Rischia di diventare precaria la posizione di Paolo Berdini nella giunta di Virginia Raggi. Che il titolare dell’Urbanistica e Lavori Pubblici fosse l’assessore più qualificato ma anche il più autonomo della squadra capitolina a Cinque Stelle era cosa nota. Ora, però, a quasi cinque mesi dall’insediamento, le sue posizioni iniziano a sollevare più di un malumore tra i colleghi.
Dalle sue deleghe passa buona parte dei progetti in grado di rianimare l’asfittica economia cittadina: dal nuovo stadio dell’As Roma al cantiere per la riconversione degli ex Mercati Generali fino al destino dell’ex Fiera di Roma e delle Torri dell’Eur. Berdini in questi mesi ha mosso rilievi significativi a molti di questi progetti, eredità della stagione del centrosinistra al governo della città. E non è un mistero che tra i suoi obiettivi ci sia quello di rimettere mano all’intero piano regolatore. Tra i Cinque Stelle Romani, però, inizia a serpeggiare il timore di veder arenati investimenti privati per quasi tre miliardi di euro. Ovvero di passare per il partito del “no a tutti i costi”, a maggior ragione dopo l’eclatante rinuncia alla candidatura ad ospitare le Olimpiadi del 2024.
Nei giorni scorsi la giunta Raggi ha aperto sul nuovo impianto giallorosso a Tor di Valle, un progetto da un milione di metri cubi con un investimento da circa 1,5 miliardi di di euro. Si lavora per una parziale riduzione delle cubature delle tre torri previste a fianco dello stadio e delle opere di viabilità correlate, con il vice sindaco Daniele Frongia che ha dato la linea: “L’obiettivo è portare avanti il progetto”. Solo due giorni dopo Berdini ha rimescolato le carte sostenendo che “se la Roma avesse scelto un’altra zona” ne sarebbe stato “molto più felice” e che”nel progetto attuale ci sono costi che non servono alla città ma solo al privato”.
Lette le dichiarazioni del responsabile dell’Urbanistica due esponenti di spicco dei Cinque Stelle in Consiglio, mormoravano in Aula scuotendo il capo: “Questo dice no a tutto…”. E anche in giunta c’è chi comincia a mettere in discussione il protrarsi della sua permanenza in Campidoglio. Nulla d’immediato, né d’irrimediabile: la Raggi non può permettersi nuovi sconvolgimenti prima del referendum, ma il titolare dell’Urbanistica è sotto osservazione. Di sicuro non piace allo staff della sindaca il suo essere difficilmente rintracciabile e poco allineato sul fronte comunicativo: tutti i suoi colleghi parlano via social, lui a stento risponde al telefono. Pesano anche le recenti incomprensioni di Berdini con i rappresentanti degli inquilini dei Piani di Zona ( un programma malriuscito di edilizia a canone agevolato) che in campagna elettorale non avevano nascosto le loro simpatie per il Movimento Cinque Stelle […].