(A. Austini) Spesso incapace di chiudere le partite. E troppe volte rimontata. Spalletti lo chiama il «vizietto» della Roma e stasera vuole una reazione d’orgoglio in Europa League dopo la sconfitta di Bergamo, l’ennesima arrivata con le stesse modalità di una squadra che non conosce la parola «continuità». Neppure all’interno di una stessa gara. All’Olimpico arriva il Viktoria Plzen, con una vittoria i giallorossi si garantirebbero qualificazione ai sedicesimi e primato del girone con un turno d’ anticipo. I resoconti post-Atalanta hanno infastidito l’allenatore. E non a caso al suo fianco in sala stampa si presenta Nainggolan, la cui reazione dopo la sostituzione di domenica è stata amplificata. «Voglio tranquillizzare i nostri tifosi – attacca il tecnico – non c’ è nessun caos. Se chi sta a bordocampo racconta delle bugie, come quella sulla riunione in cui si sarebbe ribellato Manolas, noi facciamo brutte figure internazionali e vuole metterci in difficoltà. Sono sicuro che Manolas e Nainggolan non sono stati loro a dire qualcosa». Il Ninja annuisce: «Ho solo detto che potevano spiegarmi meglio una marcatura che era cambiata, il resto è totalmente inventato». Sistemata la questione extra-campo, l’allenatore torna a parlare di quanto accaduto contro l’Atalanta: «A Bergamo è stata una brutta sconfitta e si è visto che la squadra non ha perso quel “vizietto”. Abbiamo perso tre punti importanti però è una sola partita e finisce lì: c’ è tutto il tempo e vogliamo risalire il prima possibile. Bisogna lavorare in maniera seria e per mettere a posto questa cosa che ci capita. Ci sono delle ricadute che paghiamo a carissimo prezzo».
Da quando c’è Spalletti, a ogni caduta la Roma ha risposto con una vittoria. Farlo stasera avrebbe un valore doppio: «Possiamo ambire alla qualificazione, quindi lo dobbiamo sfruttare. I grandi successi si ottengono mettendo in fila una serie di prestazioni e risultati positivi». Spalletti non molla il sogno scudetto, nonostante i punti di distanza dalla vetta siano diventati 7 e il calendario, dopo il Pescara domenica, si farà durissimo. «Se uno dice che la Juventus è più forte vuol dire che non ci crede, noi tentiamo di vincerle tutte e di raggiungere il massimo finché la matematica non te lo vieta. Cosa dovrei fare? Adesso molliamo qualche obiettivo? Io voglio il massimo, che è la Juventus. Poi tu perdi delle partite e loro continuano a vincere con il minimo sforzo ma se noi avessimo fatto quello che dovevamo la situazione sarebbe stata diversa». Nainggolan concorda e gioca anche per convincere a distanza il ct Martinez a richiamarlo in nazionale: «Ha fatto le sue scelte, sono un po’ deluso e ora dipende solo da me. Dobbiamo fare come dopo la sconfitta di Torino e reagire bene. Il mio futuro? Con la società sono in sintonia, ci siamo parlati in estate e sono contento di rimanere qui, altrimenti avrei fatto altre scelte. Quattro mesi dopo è cambiato poco: la società sta cercando di mantenere le promesse che mi ha fatto: abbiamo tempo e spero si risolva tutto». Ma per il momento il ritocco al suo contratto è congelato.