(G.Zonca) – Nella partita che doveva testare i giovani viene fuori il veterano Daniele De Rossi, uno che poteva pure già essere uscito dal giro della Nazionale, ripescato e lucidato prima degli Europei, reintegrato come se fosse nuovo e ora, all’improvviso, uomo chiave. Tanto che Ventura non si è azzardato a toglierlo neanche quando si è scatenata la fase del cambio continuo.
LE IDEE MIGLIORI SONO SUE – De Rossi sta lì da una vita con i suoi tatuaggi ingombranti e la barba hipster che resiste anche alla fine della moda. Come lui, che regge anche l’ennesimo cambio tecnico e porta una corrente di lucida sicurezza dentro a una sfida molto poco definita: è Italia-Germania ma non ci somiglia per niente e De Rossi è tra i pochi che provano a darle una scossa: «L’importante era confermare che stiamo facendo passi avanti. A volte siamo stati anche aggressivi, direi una buona partita. Soprattutto il giusto atteggiamento. Sta a Ventura trovare la miscela giusta, ma non lo farà in base all’età». Lui ha esordito a 21 anni e a 33 è ancora nel giro, tra passaggi divini e gomitate tremende, un tempo capitan futuro e tante volte promosso alla maturità senza poi mantenere le aspettative, ora sembra quasi diverso. Senza più l’ansia di dimostrare quanto è cambiato e quindi davvero decisivo. Trasformato nella miglior versione di se stesso. Il ritmo dell’amichevole è blando e si vedono ancora di più le idee, quasi tutte sue. Nel secondo tempo diventa pure capitano e si comporta secondo il ruolo, fa da tutore agli ultimi arrivati, pure quelli avversari perché il debuttante Gerhardt se lo è trovato spesso di fronte ed essere obbligati a confrontarsi con uno così in serata di grazia è un rodaggio niente male. La fascia poi quest’anno è stata un problema, gliel’hanno anche tolta per indisciplina e ci voleva poco a perdere pure la fiducia invece è riemerso da un inizio stagione complicato.