(D.Luciani) – La distanza dal primo posto della Juventus è accorciata, -4 dai bianconeri sconfitti oggi dal Genoa. La Roma batte il Pescara ma lo fa con una prestazione al limite della follia. Con una doppietta di Dzeko dopo appena dieci minuti, i giallorossi non chiudono la partita e lasciano al Pescara, orfano della punta Bahebeck dopo neanche 4 minuti, tante opportunità per riavvicinarsi e pareggiare.
Il doppio vantaggio illude la Roma, facendole pensare che sarà una passeggiata portare a casa questi tre punti all’Olimpico. E’ il difetto atavico di questa squadra. Le rimonte con Cagliari, Austria Vienna, Atalanta
Un sali e scendi continuo nella concentrazione e nella qualità del gioco, con un possesso palla che o non c’è o viene effettuato a mille all’ora. La squadra non ha mai tempo per ritrovare lucidità, non viene mai effettuato un fallo tattico o una spazzata in tribuna per riordinarsi in campo. In un attimo la squadra passa dall’essere su 30 metri a ritrovarsi su 50 tra Fazio e Dzeko. La squadra si spacca in continuazione, il Pescara trova spazi per inserirsi con le combinazioni veloci tra Benali, Caprari e Memushaj.
In mezzo al campo Strootman prova a chiudere tutte le falle ma arriva dove può. Gerson è autore di una buona prova per un’ora: si propone sempre ai difensori per farsi giocare il pallone e manda a vuoto il primo pressing degli avversari. Tutto in fase di possesso perché come si perde palla, il giovane brasiliano è nullo in interdizione e/o recupero palla. La gara la vincono insieme Perotti e Dzeko: due assist dell’argentino e due zampate vincenti del capocannoniere bosniaco, arrivato a 17 reti stagionali. Poi, dopo il gol del 2-1 di Memushaj, l’ex Genoa si mette in proprio, si guadagna il rigore e lo esegue con la solita freddezza.
Di nuovo due gol di vantaggio, di nuovo cavo della tensione nervosa staccato. Nonostante gli ingressi di De Rossi (400 in A) e di Totti. Basta l’ennesimo lancio dietro la linea di Ruediger e Fazio con l’indiavolato Pepe ad andarla a prendere. Tocco dietro per Crescenzi e difesa mal posizionata. Sul cross Fazio è a tre metri da Palmieri, stretto uno-vs-due. Il brasiliano respinge corto di testa e Caprari, all’altezza del rigore, spara un destro che fredda Szczesny.
Gli ultimi quindici minuti più recupero diventano un thrilling: ogni ripartenza del Pescara trova la Roma a difendere in parità numerica quando va bene. De Rossi rischia il patatrac regalando a Verre e Caprari – quei giovani massacrati dopo l’eliminazione del 2011 con lo Slovan Bratislava – la palla del 3-3. Proprio lui riesce a tornare in posizione e chiudere la conclusione in porta. Alla fine, tra un lancio di Totti e un pallone gestito da Dzeko o da Perotti, la Roma porta a casa tre punti sudati oltremodo. Contro la Lazio ci vorranno spirito e compattezza totalmente diversi. Per i 90 minuti e per recupero.