Stavolta un gol da cattivo lo ha fatto, poco importa se ne ha segnato un altro da buono e sbagliati un paio da pollo (uno nel primo e uno nella ripresa). Spalletti sarà contento, anche se ha continuato pesantemente a pungolarlo con questa storia della cattiveria, e non solo: se avesse segnato ancora, la Roma non avrebbe sofferto in quel modo. Fa bene Spalletti a stimolarlo e fa bene a Dzeko essere pizzicato ogni volta, perché alla fine segna come il duro per eccellenza, Gabriel Batistuta, portatore sano di emozioni scudetto, ormai quasi cadute in prescrizione. E Edin è qui per riportarle. Quantomeno ci sta provando.
QUINTA DOPPIETTA Emozioni a suon di gol. Con l’ultima doppietta, la quinta tra campionato e coppa (più una tripletta con il Plzen), Edin ha superato proprio il Re Leone, che nella stagione 2000-2001, nelle stesso numero di partite, 20, aveva segnato “appena” 15 reti. Il bosniaco è arrivato a 17 (12 in campionato, capocannoniere davanti a Belotti e Icardi), numero che non porta proprio fortuna ma questo passa il convento. Contando anche quelli “miseri” della passata stagione, Edin è a venti reti nelle sue 45 partite con la maglia giallorossa. Dei giocatori “italiani” nessuno ha numeri migliori di lui fatto meglio di Edin Dzeko tra campionato e coppe in fatto di marcature multiple, ovvero sei. Lo scorso anno ha chiuso con una, contro il derelitto Palermo. Oggi è un’altra persona, praticamente il fratello del vecchio Dzeko, quello che ormai sembrava un bidone da rispedire in giro per l’Europa.