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IL MESSAGGERO Roma, non resta che attaccare

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(A.Angeloni)
– Bella, molto bella da vedere. Anche se non sempre. Diciamo che la Roma, bella, lo è molto spesso, non a caso è seconda in classifica, sognando lo scudetto. La squadra di Spalletti tante volte è garanzia di spettacolo: 2,35 gol a partita non è una media che hanno tutti. In Europa solo Monaco (43) e Real Madrid (36) hanno fatto meglio. Il Barça di Messi, Suarez e Neymar ha prodotto come la Roma, 33 reti. Parliamo del top europeo, non di squadre qualsiasi. E’ il dato dei gol subiti a preoccupare, invece: solo cinque volte, nelle due competizioni fin qui giocate, ha finito senza incassare reti, Udinese, Astra, Crotone, Empoli e Bologna. In campionato, con le sedici reti incassate, delle prime cinque della classifica, ha fatto appena meglio solo del Milan (18), quindi peggio di Juve, Lazio e Atalanta, incassando una rete in più del Torino e del Napoli e addirittura cinque della Fiorentina. E’ chiaro che qualcosa non va e soprattutto dovrà essere registrato, non solo in vista del derby (la Lazio ha un attacco pericoloso con Anderson, Immobile e Keita) ma soprattutto in funzione dello scudetto. Storicamente, la tendenza delle “vincenti”, è quella di avere una difesa capace di prendere pochi gol. La Roma di Spalletti era bella e offensiva anche nella sua prima èra (2005-2009). Si è confermata tale anche in questa seconda fase, mantenendo alta la media dei gol fatti, ma sempre poco convincente è quella delle reti incassate.

EDIN NON BASTA – Per stare tranquilli bisognerebbe segnare tre o quattro gol a partita, ma questo non è facile da chiedere, nemmeno a Dzeko che quest’anno non sbaglia un colpo, visto che ha già segnato dodici gol nelle quattordici di campionato (17 totali, considerando l’Europa League). Forse è questo il motivo per cui Lucio se la prende spesso con Edin, rimproverandogli che a volte non è cattivo su certe conclusioni: se lo fosse, appunto, segnerebbe cinquanta gol in una stagione e la Roma potrebbe incassarne anche due a partita senza problemi. Utopia. «Dobbiamo essere più concreti, non ci garba essere belli, bisogna essere vincenti», va ammettendo Spalletti, stanco di aver creato una Roma bella. Ora la vuole vincente, è tornato nella capitale per questo motivo. I due gol incassati contro il Pescara e le continue amnesie e i cali di concentrazioni evidenziati ultimamente, non lo fanno stare tranquillo. La Lazio che va ad affrontare domenica sarà ben diversa da quella sconfitta 4-1 nell’ultimo derby. La formazione di Inzaghi ha un attacco meno prolifico del suo, ma la difesa subisce meno. E’ più equilibrata, questo raccontano i numeri fino a questo momento. Ed è proprio quell’equilibrio la stella cometa della Roma, che propone calciatori offensivi anche nei terzini, prima con Peres e Florenzi, ora con il brasiliano più Emerson. Sarà difficile domenica vedere una coppia di esterni bassi così votati all’attacco. Sempre per quell’equilibrio di cui sopra. La stella cometa. La stella vincente.

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