(S. Carina) Spalletti controcorrente. Chi si aspettava un tecnico adirato per il blackout della ripresa che ha permesso al Pescara di segnare 2 gol (non ne aveva segnato nemmeno uno nelle ultime 4 partite) e tenere in bilico la gara sino al 90’ sarà rimasto deluso. L’impressione, sentendolo parlare, è che i rimproveri, eventualmente, arriveranno in settimana. Ora, meglio cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno e lanciare, in vista del derby, un messaggio positivo: «E’ vero che abbiamo rischiato ma siamo in una fase di cambiamento. Non ci garba essere belli ma vincenti. E dico che la squadra ha fatto una bella vittoria, non era facile quando si gioca in tranquillità. Il prossimo mese sarà importante, ci sono gare che se rimani indietro diventa difficile». Suona strano sentirlo in versione buonista, lui così esigente anche quando Dzeko è reduce da un tripletta. Ma Lucio preferisce vestirsi da psicologo e probabilmente, conoscendo il gruppo, capisce che non è il momento di calcare la mano.
BOMBER BACCHETTATO Viene meno ai suoi propositi soltanto quando gli viene riferito che proprio il bosniaco ha detto che giocando così il derby si vincerà difficilmente: «Davvero? Iniziasse lui a giocare meglio, cosi ci dà una mano (sorride, ndc). I gol e gli assist sono le cose che danno più all’occhio. Ma tra Genoa e Juventus, ad esempio, non ho visto giocate ma vittorie sui contrasti, sull’arroganza fisica. Su quello dobbiamo migliorare ma abbiamo fatto anche tante cose fatte bene, oltre che a concedere probabilmente troppo». Passando da Mediaset a Sky, prima di arrivare in conferenza stampa, più volte ribadisce un concetto che evidentemente vuole sia chiaro il più possibile: «È stato un bene esser riusciti a portare a casa una partita senza essere bellissimi, con un po’ di mestiere. Altrimenti si fanno tanti gol e siamo sempre belli ma bisogna vincere le gare, punto e basta. In classifica non c’è scritto come abbiamo vinto ma c’è scritto vinte, pareggiate e perse». Ieri, complice l’infortunio di Paredes e le non perfette condizioni fisiche di De Rossi, ha esordito dal primo minuto Gerson: «Ha fatto quello che doveva fare ma è ancora abituato ai suoi ritmi. Interpreta le cose in maniera ancora troppo facile. In campo ad esempio ha preso un fallo, ha iniziato a parlare e gli altri erano già erano arrivati nella nostra metà campo. Noi non siamo nelle condizioni di fargli fare esperienza con continuità». Considerazioni che non si prestano a fraintendimenti. A gennaio, toccherà alla società convincere il ragazzo ad andare in prestito.