(S. Canettieri/F. Rossi) Il Movimento 5 Stelle va in tilt sul progetto dello stadio di Tor Di Valle, con l’assessore capitolino all’urbanistica Paolo Berdini – pur definito stadista per la sua benevolenza verso il progetto – messo al centro di una polemica che, dopo il referendum del 4 dicembre, potrebbe costargli il posto in giunta. Casus belli sono i continui contorcimenti della maggioranza pentastellata sulla realizzazione dell’opera, che le associazioni ambientaliste hanno ribattezzato «ecomostro», con una fronda interna di consiglieri ancora più stadisti che potrebbe coinvolgere la commissione urbanistica, presieduta dalla grillina Donatella Iorio. Il progetto, attualmente in conferenza dei servizi, è al centro di uno scontro interno ai Cinque stelle sulle necessarie modifiche al progetto originale, con la drastica riduzione delle cubature record e controverse scelte da prendere per la logistica e la mobilità, in particolare il servizio di trasporto pubblico che va necessariamente potenziato. Se dovesse prevalere l’ala più filo-Tor di Valle del M5S – quella favorevole a portare avanti il progetto con poche modifiche, guidata dal vicesindaco Daniele Frongia – si potrebbe arrivare a una clamorosa sfiducia a Berdini, subito dopo il 4 dicembre, che renderebbe palesi le vistose crepe all’interno del gruppo pentastellato. A meno che l’attuale assessore all’urbanistica, fiutata l’aria dopo i continui strappi con la giunta, non decida di mollare spontaneamente la compagnia, aprendo la strada a un nuovo rimpasto nell’esecutivo di Virginia Raggi. Eppure, un sospetto sorge spontaneo: che sia in atto un classico gioco delle parti?
L’INCONTRO Ieri in Campidoglio nuovo incontro, ancora una volta interlocutorio, tra l’amministrazione comunale e i del progetto del nuovo stadio della Roma. I nodi da sciogliere, al di là dei balletti di parole, tradiscono la volontà politica di mandare avanti il progetto: riduzione delle cubature delle Torri, che dovrebbero essere adibite a uffici, ma anche il destino del ponte sul Tevere, precedentemente previsto nel progetto, e del prolungamento della metro B, con l’ipotesi sempre più concreta di un cambio di strategia, che punti invece sul potenziamento della Roma-Lido. «Spero che ci sia da parte dell’As Roma l’intelligenza di capire che se vogliono fare l’operazione dello stadio noi siamo ben felici di fargliela fare, i grattacieli no», è la posizione espressa da Berdini. Secondo Frongia l’obiettivo è «migliorare il progetto nell’interesse dei cittadini. Ci saranno altri incontri per portare avanti il dialogo, vista la complessità dell’intervento». E dalla Pisana arriva l’affondo del capogruppo regionale di Forza Italia, Antonello Aurigemma, che mette il dito nelle divisioni interne all’amministrazione capitolina: «Berdini dica se le sue tesi rappresentano la posizione della giunta o se sono a titolo personale».
LA DIRIGENTE Intanto Virginia Raggi si trova a dover gestire anche il caso legato alla dirigente della Direzione trasformazione urbana, Vittoria Crisostomi, che risulterebbe indagata in una vicenda di corruzione. «Nella documentazione che l’architetto Crisostomi ha allegato alla candidatura alla procedura di interpello, in data 26 ottobre 2016, la dirigente dichiara l’assenza di procedimenti penali pendenti e la non conoscenza di procedimenti penali o disciplinari in corso – si legge in una nota del Campidoglio – Nel caso emergessero elementi difformi da quanto è attualmente a conoscenza dell’amministrazione capitolina, quest’ultima si riserva di effettuare le valutazioni del caso ai sensi di legge». Il legale della dirigente, l’avvocato Luca Ciaglia, prova a spegnere le polemiche: «Il Pm mi ha comunicato di aver analizzato la parte del fascicolo a lei relativa (la gran parte del procedimento attiene ad altre persone e vicende di tutt’ altra natura, che non la riguardano) e di averne tratto la convinzione che non vi fosse alcunché di illecito – spiega il legale – preannunciandomi, in sostanza, l’intenzione di procedere con una richiesta di archiviazione».