(F.Ferrazza) – Viene descritto come uno dei giocatori più educati e sorridenti tra i tanti che sono passati a Trigoria negli ultimi vent’anni. Mohamed Salah è benvoluto proprio per la sua pacatezza e innata capacità di fare gruppo, senza troppe chiacchiere, diventando in pochissime partite il pupillo di Spalletti: con 1053 minuti è il giocatore di movimento più utilizzato in campionato; e in 31 gare con Lucio ha realizzato 17 gol e 10 assist. Il tecnico ha praticamente affidato i meccanismi sempre più oleati della manovra offensiva della sua Roma, all’attaccante egiziano, arrivato dalla Fiorentina con l’intenzione di vincere qualcosa nella capitale. E la crescita del ragazzo è evidente un po’ a tutti. Non solamente per i gol fatti, anche se la vena realizzativa di Salahcomincia ad essere un fattore determinante, unita al feeling consolidato con Dzeko (dieci reti). Ultima la tripletta messa a segno contro il Bologna, che ha contribuito a portare a otto i centri stagionali (in 12 gare) in campionato (nove con quello in Europa League). Prima tripletta da quando è in Italia, mentre ha già collezionato due doppiette in giallorosso, sempre all’Olimpico. D’altra parte il fattore casalingo è davvero impressionante, se si pensa che sette degli otto gol del ragazzo sono arrivati proprio davanti al pubblico amico (con i giallorossi che hanno vinto sei gare consecutive in casa, nove di fila considerando anche le ultime della passata stagione).
Ma Salah non è certo uno che si esalta facilmente. E così, mentre è sempre il primo ad esultare per le reti dei compagni, lasciandosi andare a scene euforiche, resta invece composto quando è suo il momento di gloria: si inginocchia, alza occhi e indici al cielo e lascia una preghiera, lui che è di religione musulmana. Non ama la vita mondana, è molto riservato, vive al Torrino con la moglie e una figlia di due anni e mezzo, frequentando sempre gli stessi locali di cui si fida e che proteggono la sua privacy. È sempre in prima linea sul fronte della solidarietà, particolarmente sensibile alle tematiche legate alla disabilità. Nel mondo arabo è una vera star, uno degli atleti più amati, e per questo ha tanti sponsor che si sono legati a lui per la coppa d’Africa. Competizione non amata per niente, invece, dai romanisti, perché costretti a non avere Salah, per un mesetto, a partire da gennaio, con Spalletti che ha richiesto «uno come lui» per sostituirlo.
Intanto è Paredes, a Roma Radio, a promettere: «Voglio fare tante partite e vincere con questa squadra, che è piena di giocatori forti. Siamo più convinti di due mesi fa e possiamo farcela, ma dobbiamo migliorare tanto».