(V. Curcio) – I tifosi romanisti maggiormente tacciati di mitomania si cimentano spesso nel relazionare le partite della squadra capitolina alle imprese belliche dell’Impero Romano. Basta una trasferta in Gran Bretagna per chiamare in causa il Vallo di Adriano e una a Bucarest per rievocare Traiano e la conquista della Dacia. L’estate 2017 potrebbe avere in serbo una bella sorpresa per loro.
Il presidente del CD Numancia, club di seconda divisione spagnola, ha intenzione di sfidare la Roma nell’anno del 2150° anniversario della conquista romana della città di Numanzia. La partita rientrerebbe nelle celebrazioni organizzate per l’anno prossimo dalla città di Soria, il più importante centro abitato nei dintorni delle rovine di Numanzia, nonché sede del club il cui nome rievoca l’antica città celtibera.
La città fortificata di Numanzia fu l’ultimo baluardo delle popolazioni celtibere contro l’espansionismo romano nell’odierna Spagna. La sua caduta rappresentò l’ultimo atto delle cosiddette Guerre celtibere, che impegnarono i romani per circa cinquant’anni. Celebrare una sconfitta può sembrare insolito, ma l’assedio di Numanzia è ricordato ancor oggi con grande orgoglio dai locali. Nel 133 a.C. i numantini, a secco di provviste per via dell’estenuante assedio, decisero di dar fuoco alla città e di uccidersi l’un l’altro piuttosto che sottomettersi ai romani. Le truppe di Scipione Emiliano non poterono far altro che impossessarsi di un cumulo di macerie fumanti e corpi senza vita.
Le celebrazioni del 2150° di questo tragico atto bellico avranno, come si può leggere sul sito del comune di Soria, l’obiettivo di «ravvivare il grido di libertà del popolo numantino» e di «recuperare lo spirito di resistenza» che li ha resi famosi nel mondo. Di conseguenza la partita Numancia-Roma, con tutti i significati simbolici di cui si farà carico, potrebbe rivelarsi una rievocazione storica anche in campo: i romani, enormemente più forti, costretti a faticare per sconfiggere un avversario disposto a tutto pur di non arrendersi.
Seppur manca ancora l’ufficialità, tutto lascia pensare che la Roma accetterà l’invito. Il presidente del club Francisco Rubio, intervenuto durante l’assemblea degli azionisti lo scorso 19 dicembre, ha infatti ribadito che si continua a lavorare per organizzare la partita. Il primo annuncio lo aveva dato questa estate, durante l’evento di presentazione della squadra: «Dopo 2150 anni sconfiggeremo Roma. E ciò accadrà nel nostro stadio».
L’ufficio stampa del club castigliano non vuole però rilasciare ulteriori informazioni. «Il nostro Presidente ha l’obiettivo di portare la Roma a giocare la nostra partita di presentazione. Non possiamo dire null’altro, ma siamo fiduciosi», fanno sapere.
Raul Alonso, giornalista locale di EsRadio, ci dice la sua: «Conoscendo il Presidente, se ha annunciato più volte che si sta lavorando a questa amichevole, lo ha fatto perché sa che non è una possibilità campata per aria. Credo che la situazione sia ad un punto abbastanza avanzato, altrimenti non lo avrebbe detto davanti ai tifosi. E lui di solito non è una persona che dice le cose tanto per dirle. Probabilmente manca ancora l’ufficialità perché stanno risolvendo questioni legate alla data o ai costi. O forse perché vogliono annunciare le iniziative di “Numancia 2017” tutte insieme: d’altronde è ancora presto per parlare di questa estate».
Mancano otto mesi, ma a Soria già si lavora per rendere possibile il sogno di una “rivincita”. La partita avrà poco appeal per gran parte del tifo romanista, ma appassionerà certamente gli amanti della storia romana e quei tifosi di cui si parlava al principio. Al contrario, ospitare la Roma sarà motivo di entusiasmo per i tifosi di seconda divisione spagnola. Sperando che non chiedano ai romanisti di presentarsi allo stadio vestiti da legionari.
Fonte: iogiocopulito.ilfattoquotidiano.it