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Il Messaggero Il bello e la bestia

(S. Carina) Alzi la mano chi all’inizio del torneo avrebbe pronosticato alla diciassettesima giornata di campionato Dzeko capocannoniere con 12 gol e Higuain dietro ad inseguire a quota 9. Probabilmente nessuno. Differenza che si trasforma in un piccolo solco se vengono prese in considerazione anche le coppe europee con il bosniaco che sale a 17 mentre l’argentino si ferma a 12. Probabilmente quanto dice Spalletti è vero («Juve-Roma non è soltanto il confronto tra Edin e Higuain») ma è inutile negare che nell’immaginario popolare i due centravanti incarnino al meglio la sfida.

SCORDIAMOCI IL PASSATO Se si accantona per un attimo quanto accaduto nella passata stagione, l’annata in cui il Pipita ha frantumato il record di ogni epoca di marcature in Serie A (36 gol) e Dzeko ha vissuto i 12 mesi più complicati della sua carriera, si vedrà che il paragone tra i due non è così blasfemo come ad agosto si poteva pensare. La conferma arriva dalle reti segnate in carriera: 270 il bianconero (239 nei club alle quali vanno aggiunte le 31 con la nazionale argentina) e 260 il giallorosso (211 con le squadre di club e 49 con la Bosnia).

IL 9 BUONO Il gol, probabilmente, è l’unica cosa che li accomuna. Perché già guardandoli, i due sembrano appartenere a mondi diversi. Perennemente imbronciato e con lo sguardo cattivo Higuain, sereno e felice di giocare a pallone il bosniaco. Sarà, come disse in un’intervista rilasciata un paio di anni fa, che chi è cresciuto sotto le bombe ha imparato che le cose per cui essere arrabbiato nella vita sono altre, ma essere cattivo proprio non gli riesce. Terminale offensivo per eccellenza il Pipita, più seconda punta atipica Edin, nonostante l’altezza lasci pensare di avere a che fare con uno di quei centravanti che andavano tanto di moda negli anni 80′ in Premier. Eppure nelle partite che contano, pur non essendo un cecchino, Dzeko lascia (quasi) sempre il segno. In carriera tra Manchester City, Wolfsburg e Roma, ha segnato 7 gol allo United, 6 al Tottenham, 4 al Borussia Dortmund e al Bayern Monaco, 3 al Liverpool e al Bayer Leverkusen, 2 alla Lazio e al Napoli, 1 alla Juventus, al Real Madrid, all’Arsenal e all’Inter.

SULLA SCIA DEL PIPITA Questa sera tocca a lui. Proprio alla Juventus è legato uno dei ricordi più belli da quando è in Italia. Era il 30 agosto dello scorso anno e quella frustrata di testa, salendo più alto di Chiellini e superando Buffon, con la corsa poi alla Pierino Prati a braccia aperte verso la Sud, stracolma di gioia e tifosi, rimane un’immagine indelebile. Non segna da tre partite, compresa l’Europa League, mentre Higuain è reduce dalla doppietta nel derby col Torino. Tuttavia il rendimento di Edin è molto vicino a quello del Pipita di dodici mesi fa, sia come percentuale realizzativa (1,03 goal a partita contro lo 0,75 a favore dell’argentino) che come partecipazione al gioco di squadra (circa 41 i tocchi a partita di Higuain versione 2015-16, più di 38 per Dzeko oggi). Numeri che dunque certificano un cambio di passo radicale rispetto allo scorso anno. E la cattiveria che continua a chiedergli Spalletti? Quella, se continua a giocare così, può attendere.

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