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Il Tempo Pjanic & Co, storie di traditori

(E. Menghi) – Quanti Giuda nella storia di Juventus e Roma. In principio fu Capello (anche se i natali andrebbero attribuiti a Luigi Brunella, terzino), in ultimo Benatia e Pjanic: il filo conduttore è il «tradimento». Un 23enne Capello nel 1969 veniva ceduto dal presidente Marchini, un colpo clamoroso già ai tempi, che prevedeva anche il trasferimento dei promettenti Landini e Spinosi in bianconero, in cambio del 35enne Luis del Sol, Zigoni col suo bel caratterino e Roberto Vieri, papà di Christian. Allora non era il calciatore a firmare, era la società a concordare la cessione, ma la decisione di passare alla Juventus Capello la prese anche nel 2004, da allenatore, dopo aver promesso che non si sarebbe mai seduto su quella panchina: «È vero, l’avevo detto. Ma dopo 5 anni di Roma ero esausto», ha spiegato a Fox Sports. Non è l’unico doppio traditore, perché lo stesso Landini, a modo suo, lo fu: tornò per allenare le giovanili giallorosse e poi accettò l’incarico come secondo di Eriksson nell’anno dello scudetto della Lazio.

Scorrendo gli annali del calcio si arriva a Peruzzi (1991) e Fonseca (1997), fino al doppio colpo Emerson-Zebina nel 2004, con tanto di certificato medico in cui veniva dichiarata la depressione del brasiliano come scusa per non presentarsi in ritiro: andò alla Juve per 14 milioni più Brighi. Era la Roma di Rosella Sensi e Franco Baldini, con quest’ultimo che fece le valigie dopo quel famoso caffè in Campidoglio col sindaco Veltroni alla ricerca della pace con Moggi. Il difensore francese, dal canto suo, non si fece mancare un commento che presto venne usato come sfottò dagli ex tifosi romanisti: «A Torino c’è sempre il sole». Nel 2011 è il turno di Vucinic, poi Borriello e Osvaldo, che col gol al 92’ di Roma-Juve nel maggio 2014 decise la sfida dell’Olimpico. Benatia è diventato traditore già colpassaggio al Bayern Monaco. Pjanic è passato da idolo a mercenario, con tanto di hashtag in tema sui social. La strada inversa, invece, la fece Boniek nel 1985. Con 3anni di ritardo, visto che la Juventus lo strappò a Viola che aveva già l’accordo col giocatore. I giallorossi si videro soffiare anche Paulo Sousa e Ciro Ferrara, riuscirono invece a prendere Manfredonia e Haessler.

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