(A. Angeloni) – Ore 10, si aprono le porte. Via Campania, Corte Sportiva d’Appello Nazionale: entrano l’imputato, Kevin Strootman, il difensore dell’imputato, l’avvocato Antonio Conte e il rappresentante della Roma, il direttore generale (nonché avvocato pure lui) Mauro Baldissoni. Obiettivo: cancellare la squalifica inflitta martedì all’olandese dal giudice sportivo Gerardo Mastrandrea dopo i fatti di domenica, Lazio-Roma, la rissa a bordo panchine.
LE MEMORIE La Roma ha richiesto, oltre alla ovvia presenza della Procura, di poter riascoltare la testimonianza dello stesso arbitro Banti (che difficilmente sarà presente ma eventualmente sarà ascoltato per telefono), che ha diretto il derby e gestito (con non pochi problemi) la rissa dopo il gol del vantaggio romanista da parte di Strootman, e il quarto uomo Costanzo. La Roma chiede l’inapplicabilità dell’articolo 35 comma 3.1, relativo alla prova televisiva. Il calciatore dovrà dimostrare di non aver simulato. Compito apparentemente semplice visto che non può esistere una simulazione a seguito di una strattonata (da parte di Cataldi, pure lui sanzionato direttamente dall’arbitro durante la gara e squalificato per aver «strattonato un calciatore avversario», ovvero Strootman) e in più verranno presentati, come accade spesso in questi casi, una serie di precedenti come quelli di Krasic, Zalayeta (Juventus), Adriano (Inter), Fortuna (Livorno) e Iliev (Messina), ovvero tutti casi ‘sine contatto’.
L’ERRORE Considerando tutto, la Roma è convinta che sia stato commesso un grande errore in sede di primo giudizio e vuole che venga sovvertito in sede di appello (la Roma si aspetta come possibili presidenti di sezione giudicante e quindi “avversari” Piero Sandulli o il generale Italo Pappa), per poter riavere Strootman nelle prossime due sfide importati contro Milan e Juventus. La Roma, per non arrivare scoperta, ha anche calcolato come Strootman sia rimasto a terra per 0,44 secondi e che la maglia (dopo lo strattonamento di Cataldi) si sia allungata di 35 centimetri. Quindi è complicato parlare di simulazione. La norma a riguardo, tra l’altro, non prevede che il Giudice Sportivo possa sindacare sull’intensità del contatto e, se c’è stato il contatto, dato che Cataldi è stato squalificato per aver strattonato Kevin, non «esiste la simulazione» (da alcune immagini si nota anche un’ancata ricevuta dal quarto uomo Costanzo, intervenuto per interporsi tra lo strattonatore e il simulatore). E’ un fatto logico, che va al di là dei cavilli giuridici: contatto, non simulazione, non contatto, caduta, quindi simulazione e questo non è il caso di Strootman. Da ricordare che la squalifica per simulazione non ammette una riduzione della pena, in quanto quella inflitta a Strootman rappresenta il minimo “sindacale”. Ergo, o viene cancellata o viene confermata. Non è prevista una via di mezzo.
Fonte: Il Messaggero