(D.Luciani) – La Roma vince il quarto derby di fila e prosegue la striscia d’imbattibilità in campionato contro la Lazio, al palo da 4 anni. E’ un successo che in classifica cambia poco o nulla date le vittorie di Juve e Milan in questo turno, ma che può dare alla Roma sicurezza e solidità, forza e convinzione. Sicuramente garantirà entusiasmo per lavorare al meglio verso le sfide prima coi rossoneri e poi coi bianconeri.
Senza il gol di Dzeko e orfana delle volate di Salah, la squadra di Spalletti colpisce la Lazio nell’ultima mezzora e la affonda nell’ultimo quarto d’ora grazie alla costante applicazione da parte dei giocatori, ognuno con proprie interpretazioni e caratteristiche, dei dettami del tecnico toscano. Di contro, i biancocelesti sono arrivati troppo carichi (9 risultati utili di fila e “un derby atteso 8 mesi”, cit. Simone Inzaghi), si sbriciolano al primo gol subito, venendo inghiottiti dal proprio nervosismo.
Senza Salah e Paredes, con Totti recuperato da pochi giorni ed El Shaarawy con mezzo allenamento nelle gambe, Spalletti si affida agli 11 più in forma plasmandoli in base alle qualità dell’avversario. E’ una Roma camaleontica nelle due fasi di gioco: in quella difensiva Rudiger stringe verso Manolas e Fazio con Peres e Palmieri esterni, in quella di possesso il centrale tedesco si allarga sulla destra sospingendo Peres oltre la linea di metà campo. Un elastico continuo da 5-4-1 e 4-2-3-1 in base anche ai movimenti di Nainggolan e Perotti. Non avendo l’esplosività di Salah, la Roma cerca un gioco di possesso, per liberare l’estro di Perotti e le discese sulle fasce dei propri esterni brasiliani.
Una squadra più fisica con il trio Radja-De Rossi-Strootman in mezzo al campo capace di vincere tanti duelli in mezzo al campo. Scontri che hanno portato anche dei falli, pause importanti per serrare le linee e non allungarsi, lasciando spazi, come capitato spesso in altre partite. Szczesny osserva un paio di tiri Immobile perdersi verso la Sud vuota nel primo tempo, restando inoperoso oltre la normale amministrazione.
La vittoria si materializza col passare dei minuti: la Lazio, inaridita alle fonti di gioco con Parolo e Biglia coperti, non riesce ad azionare Anderson e Keita. Immobile viene inghiottito tra Manolas e Fazio che non gli lasciano neanche le sponde per Milinkovic. Il serbo, in non perfette condizioni, cala alla distanza non riuscendo ad infastidire De Rossi. La giocata “suicida” di Wallace consegna a Strootman la palla del vantaggio. Tocco sotto ed esplosione dell’Olimpico. Il gol liberatorio per il giocatore che più ha sofferto in questi anni.
L’olandese provoca Cataldi con l’acqua, il giovane Under 21 ci casca in pieno e prende per la maglia il romanista. Espulsione da regolamento, animi accesi. La Lazio fa tilt, Nainggolan si sdoppia e diventa l’uomo in più degli ultimi venti minuti romanisti. Il gol, con la collaborazione di Marchetti, chiude i giochi e spegne le velleità degli avversari, sfiancati dalla cavalcata che li ha portati – con merito – in zona Europa.