Guido Nanni, ex preparatore dei portieri giallorosso, è intervenuto in mattinata sulle frequenze di Rete Sport. Ecco le sue parole:
Il rigore parato di Szczesny ha messo in mostra le sue qualità?
“Non sa neanche lui quanto è forte. Ha un talento incredibile e ancora grezzo. Lui è del ’90 ma ha esperienza internazionale incredibile, ha margini di miglioramento pazzeschi. Può diventare ancora più forte”.
Cosa ti ha colpito di lui, lavorandoci insieme? Forse la freddezza?
“Esatto. Delle volte dà anche fastidio per quanto non esprima sensazioni. Lui ha una tranquillità incredibile, con cui metabolizza tutto. Lo aiuta molto nella gestione del pallone coi piedi”.
Potrebbe fare anche il trequartista…
“In allenamento fa delle cose incredibili. Iniziavamo la seduta con dieci palloni da calciare, lui 8 li mandava sulla traversa”.
Studia molto gli avversari…
“Lo scorso anno i portieri della Roma hanno parato due rigori. Quindi smentiamo il luogo comune che non li parano. In allenamento gli facciamo vedere una serie di rigori. I rigoristi hanno quasi sempre un lato che gli piace di più, noi glielo mostriamo e diamo un consiglio al portiere. Ma poi solo il portiere decide dove tuffarsi. Io ho fatto il portiere e so cosa vuol dire. Devi decidere tu. I rigoristi sanno che i portieri li studiano, quindi non sono sprovveduti”.
Quest’estate s’è parlato tanto di un tuo ritorno alla Roma. Szczesny aveva posto come ‘patto’ per il rinnovo un tuo ritorno…”
“La mia ferita è ancora aperta. Solo un romanista vero sa quanto è traumatico distaccarsi così. Quello che hai detto è la verità, ma la Roma viene da due vittorie importanti ed è giusto parlare solo di questo. Per il resto ci sarà tempo, ora non ho voglia di dire niente. Mi piace vedere la crescita di Szczesny”.
Alisson?
“Ci si deve lavorare con un portiere per capirne pregi e difetti. Da quello che vedo sappiamo che ha potenziale. Lo vedo dalla tv e mi sembra un portiere con grande potenziale”.
Totti continua o no?
“Dovete chiederlo a lui. Col fisico che ha è un higlander. Il fisico gli permette di giocare quanto vuole, la testa anche. E’ solo lui che deve decidere quando dire basta. Una leggenda come lui non deve sentirsi dire niente da nessuno”.