(G. Mura) – Il rapporto McLaren sui motori truccati riguarda uomini e donne, non macchine. I tempi cambiano, una volta i nomi dei dopati uscivano uno o due alla volta, adesso in un colpo solo più di mille russi, di oltre trenta sport. I nomi non sono ancora usciti, ma il numero fa una certa impressione perché sembra di tornare al doping di Stato quando c’era la cortina di ferro, e da una parte e dall’altra ci sguazzavano, convinti e disinvolti. Dettagli interessanti: caffè, sale e sabbia usati per “aggiustare” i campioni di urine, ripulirle da tracce di anabolizzanti. Funzionava anche la ‘nduja ma con l’inconveniente di far saltare le provette. Provette a loro volta forzate con aggeggi speciali, penne-cacciavite, da agenti dei servizi segreti. Costoro, muniti di regolari pass da tecnici di laboratorio, lavoravano di notte all’interno del laboratorio di Mosca. Non so se James Bond avrebbe accettato un incarico del genere, ma se è vero che si serve la patria anche facendo la guardia a un bidone di benzina la si serve anche taroccando qualche litro di pipì.
In Italia intanto si discuteva di acqua. Lo schizzo all’origine delle squalifiche di Strootman (poi cancellata) e Cataldi. Commento del dg romanista Baldissoni alla notizia delle due giornate di squalifica: «Inattesa e inconcepibile, guarda caso arriva prima che giochiamo con Milan e Juve. È a rischio la regolarità del campionato». Guarda caso, però, le due giornate a Strootman sono state tolte e il commento di Baldissoni può riprenderlo un tifoso del Milan come un tifoso della Juve, mentre non si registrano dichiarazioni di Baldissoni a squalifica tolta. Curiosità che restano: se arriva uno schizzo d’acqua da un giocatore soprannominato Lavatrice, che c’è di strano? Cataldi ha detto qualcosa di spiacevole a Strootman, che ha reagito schizzando? Oppure Strootman, segnato un gol, schizza per abitudine i panchinari della squadra avversaria? Altre curiosità che restano sulla giustizia sportiva e sulla mente degli esseri umani: dopo la partita con l’Atalanta ammonito con diffida il ds juventino Paratici per atteggiamento irrispettoso nei confronti dell’arbitro Irrati negli spogliatoi, intervallo della partita. Cos’aveva di che dolersi Paratici dopo un primo tempo dominato dalla Juve, avanti di due gol? Non si sa. Inibito per una settimana Nedved, vicepresidente juventino, per avere proferito frasi ingiuriose a fine partita nei confronti dell’arbitro Irrati. A parte che per me Irrati aveva arbitrato molto bene e non sono un dirigente della Juve, quali torti riteneva di aver subìto Nedved, se ha insultato l’arbitro al termine di una partita stravinta molto più nettamente e tranquillamente di quanto ci si aspettasse alla vigilia? Non si sa.
Non si sa ma si vorrebbe sapere, in questo e altro casi. Come si manifesta un atteggiamento irrispettoso? E quali sono gli insulti per cui Nedved è stato inibito? Piccola proposta che non sarà mai accolta: perché non rendere di pubblico dominio cose e parole coperte da un iter burocratico? Laura Boldrini ha fatto circolare parte degli insulti che le arrivano dai social network e ha ricevuto, a parte altri insulti, solidarietà e simpatia. E ormai anche all’asilo si ascoltano parolacce. Da quando si allacciano le stringhe a quando si scambiano le maglie vediamo tutto dei calciatori, di quello che fanno. Poco o nulla sappiamo di quello che dicono, a parte la lettura del labiale. Propongo che tra il dire e il fare non ci sia più di mezzo il mare del silenzio (citazione involontaria e rovesciata del capolavoro di Vercors) ma una corretta informazione. Lo so bene che tutti club si opporrebbero, invocando la sacralità dello spogliatoio. Togliamola almeno al sottopassaggio, al corridoio. Se poi i club, tutti, chiedessero un po’ di buona educazione sportiva, che non è bon ton né buonismo, a tutti quelli che li rappresentano sarebbe un discreto passo avanti […].
Fonte: la repubblica