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Calcio amarcord. Le migliori 5 maglie della Serie A degli Anni ’90

Nell’anno d’oro dello scudetto doriano vinto davanti al Milan di Sacchi, Vialli e Mancini, Vierchowood e Mannini, Cerezo e Lombardo, hanno indossato la casacca più bella della Serie A del decennio 1990-2000.

Il tempo che incessante e inesorabile scorre cambiando il volto alle stagioni, agli anni e al mondo che ci circonda, muta anche il calcio e molteplici dei suoi spettacolari aspetti. Nel giro di pochi anni, non solo i metodi di allenamento, le tattiche ed i moduli in campo sono variati ma anche fattori meno specifici come le maglie hanno subito una avveniristica evoluzione.

L’unica cosa che resta intatta, oltre alla smisurata passione per questo sport da parte dei tifosi, sono i colori, talvolta nemmeno quelli, delle singole compagini. Vediamo quindi, in un momento di profonda nostalgia per i gloriosi Anni ’90 del nostro calcio, le maglie più belle di quei tempi in Serie A.
La prima volta della Sampdoria
Nell’anno d’oro dello scudetto doriano vinto davanti al Milan di Sacchi, Vialli e Mancini, Vierchowood e Mannini, Cerezo e Lombardo, hanno indossato la casacca più bella della Serie A del decennio 1990-2000. A certificarlo sono il gusto e l’eleganza di una maglia sobria, dalla vista gradevole e da quella inconfondibile sequenza di colori a strisce: bianco, rosso, nero e ancora bianco. Un segno caratteristico, un tratto distintivo nato dalla fusione tra i colori di Sampierdarenese e dell’Andrea Doria che hanno dato vita ad una particolare combinazione al cui centro campeggia lo scudo di San Giorgio, simbolo di Genova.
L’Inter di Simoni, del “Fenomeno” e della Umbro
Anno domini 1997/98, l’Inter abbraccia il “fenomeno” brasiliano Ronaldo dal Barcellona e, contestualmente, la Umbro, allora sponsor tecnico, disegna una maglia speciale per la Coppa Uefa. La casacca, di stampo rugbystico con strisce orizzontali nere e grigio, tendente all’azzurro, viene sfoggiata, con fortuna, per ben 6 turni (dai 32esimi alla Finale) nella seconda competizione calcistica continentale. Nove partite con sole 2 sconfitte (contro Lione e Strasburgo) ed una straordinaria vittoria in finale (Zamorano, Zanetti, Ronaldo) a Parigi il 6 maggio 1998 per 3-0 contro la Lazio di Nesta e Marchegiani.
Parma in A e in Lega Pro, con una casacca in comune
L’associazione calcio Parma, dopo 20 anni trascorsi sui polverosi campi di provincia, nella stagione 1990/91 riesce a fare il suo storico esordio nel campionato delle grandi, in quella Serie A sempre sognata e, d’un tratto, approdata in Emilia. La compagine di Scala non ha pressioni, né obiettivi particolari se non quello di ben figurare. Il compito, in queste condizioni, riesce alla perfezione con un gran calcio sciorinato dal club gialloblù in testa, per larga parte del girone di andata, alla graduatoria della massima serie.

Un miracolo sportivo (quinto posto al termine della stagione) accompagnato da una camiseta molto bella con una maglia, ancora una volta della britannica Umbro, interamente bianca e con le maniche gialloblù a righe. Un pezzo da collezione, da museo, ripreso, come buon auspicio, dal nuovo Parma calcio 1913 in questa stagione di Lega Pro con Calaiò in campo, il tecnico D’Aversa in panchina ed una speranza di rivalsa nel cuore.
LazioCento, lo scudetto e una maglia fortunata
In occasione del centenario della fondazione della Lazio (9 gennaio 1900), la Puma, allora sponsor tecnico dei biancocelesti realizza una maglia celebrativa davvero speciale. Bianca, con inserti, all’altezza del petto celesti con una sottile striscia dorata al centro. L’uniforme laziale, bella da vedere per gli amanti del calcio, diventerà un fortunato emblema della cavalcata vincente fino alla vetta, fino a quel fatidico 14 maggio 2000 che vide la Juventus di Ancelotti perdere il titolo all’ultima giornata al Renato Curi sotto al nubifragio di Perugia con gol dell’indimenticato difensore biancorosso Calori.
La Roma di Bianchi e delle tre strisce Adidas
Al quinto ed ultimo posto della top 5 maglie più belle della serie A degli anni ’90 troviamo la casacca giallorossa, targata Adidas, della stagione 1991/92. Tutta rossa con inserti gialli e le classiche tre strisce parallele del marchio tedesco sulle spalle dei calciatori, l’uniforme, utilizzata nel corso della seconda annata di Ottavio Bianchi sulla panchina della Roma non riuscì a portare bene ai capitolini.

Pur forti del contributo di profili del calibro di Voller, Rizzitelli, Carnevale e Giannini, infatti, dopo la Coppa Italia vinta l’anno precedente, i giallorossi rimasero a secco di trofei con un quinto posto in campionato ed una eliminazione ai quarti di finale di Coppa delle Coppe col Monaco (nella quale la Roma si presentò con una inedita maglia blu). Il tempo passa ma, queste casacche, resteranno nel cuore degli appassionati di questo magnifico sport che coniuga fisicità, tattica, tecnica e…gusto.

Fonte: Romacittanews.it

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