Alla vigilia della sfida contro l’Udinese, il tecnico giallorosso Luciano Spalletti ha incontrato i giornalisti nella consueta conferenza stampa pre-match. Queste le sue dichiarazioni:
“Perotti ha un risentimento muscolare al soleo sinistro, quindi non ci sarà. Out anche Florenzi che aspettiamo a braccia aperte, perché sarà davvero un rinforzo quando tornerà. Gli altri tutti disponibili”.
Dove può migliorare la Roma nel girone di ritorno?
“Abbiamo sempre detto di aver fatto delle cose buone in funzione dello spettacolo. A volte ricadiamo in quell’abbassare il rendimento. A volte dobbiamo metterci un po’ di legna. In quello che abbiamo fatto vedere in questo periodo noi andiamo a dare considerazione a quegli atteggiamenti lì. La squadra ha capito che in alcuni momenti bisogna dare sostanza. Questi sono segnali importanti perché a Genova abbiamo vinto meritatamente. Loro ci hanno messo in difficoltà ma noi ci siamo costruiti, oltre al gol fatto, delle azioni e delle trame offensive che potevano andare nello stesso senso. Siamo sulla strada giusta”.
Le due squadre di queste trasferte sono difficili da affrontare?
“Sono due partite insidiose che abbiamo preparato allo stesso modo. Dobbiamo mettere quelle caratteristiche di cui parlavamo adesso. Queste caratteristiche in alcuni momenti ci sono mancate. La differenza è che a Gena c’è un ambiente che ti mette in difficoltà. L’affetto verso la loro squadra ti crea problemi. A Udine magari sarà più facile giocare ma l’Udinese è forte e ha un allenatore esperto. A Udine è più facile per i calciatori esprimere la propria personalità, cosa che in ambienti come Roma, Inter e Napoli è più difficile.
Pinzi?
“Io e lui ci capivamo subito. Pinzi è stato un professionista eccezionale. Io rivedo in quella squadra lì la mia Roma. Gli voglio fare i complimenti: l’ho messo da tutte le parti e in tutte le parti mi ha sempre dato il risultato. In quella squadra, come in questa, c’erano uomini veri come Muzzi, Giannichedda, Fiore, Sensini e Sottil. Ogni volte che andavamo in campo si andava oltre alle proprie possibilità per il risultato, come in questa squadra qui. Vedo molti calciatori che per il risultato della Roma danno quel qualcosa in più”.
Un punto in comune con Delneri? Differenze?
“Mi rimane difficile parlare di me, c’è un detto che dice “poco se mi considero”. Il discorso di Delneri viene facile, un allenatore forte. L’ha sempre messa sulla battaglia, velocità, ribaltamenti, difesa alta sempre a rischio delle imabrcate e di dover soffrire per le scelte tattiche. Grandissima coerenza, anche ora ti toglie il fiato,ti viene a stuzzicare e ti salta addosso con pressioni di squadra perché vuole fare la partita. Anche col Verona l’anno scorso, alla prima partita, abbiamo visto le difficoltà: siamo riusciti a pareggiare ma erano sicuramente liberi di intepretare il calcio che lui voleva, senza timori e rimorsi. Il plauso più corretto è quello della coerenza calcistica dei grandi allenatorri del nostro calcio, dal quale abbiamo presi tutti molto”.
Feghouli e Musonda?
“Quello del mercato è un tema caldo e attuale. Da parte mia diventa facile perché ho già detto che per me poteva anche non esserci questo mercato perché la squadra l’ho scelta io ed è forte. Bisogna lasciare la squadra esprimersi. Ho già portato Frattesi e Tumminello. Alberto De Rossi ci dà calciatori già forti e pronti per la Prima squadra. Qui le cose si fanno iniziando dalla fine del percorso. A Emerson non si può dire di diventare subito Candela. Emerson diventerà Candela, ve lo farò vedere tra un po’. C’è bisogno di quel periodo dove lui possa analizzare le sue prestazioni in funzione del risultato da avere a livello di squadra. Non chiedo nulla alla mia società. Ho sposato la causa quando mi hanno chiamato e sono venuto a piedi pari con tutto l’amore e l’affetto che ho per questi colori. Lavoriamo sugli elementi che abbiamo. Mi concentro su quello che ho, sperando di far crescere Gerson che ha potenzialità. Se si riesce a gestire questa differenza sottile è tutto più facile per noi. C’è un periodo che sarà duro ma con una squadra, come quella che ho, non credo che ci saranno problemi. Ci saranno calciatori che saranno costretti a giocare al di sotto del loro massimo. Questo diventa difficile ma nutro fiducia nella gestione personale dei nostri calciatori. Loro ragionano nella maniera giusta. Perderemo ma sarà dura per chiunque ci ritroveremo davanti”.
La Juventus e il Napoli in qualche modo hanno cambiato i rapporti di forza con la Roma?
“Tu me le rigiri queste domande. Ho da impostare bene il mio lavoro, che è quello di far sapere ai giocatori che mi fido di loro. Ho bisogno di uno sforzo da parte loro nei momenti difficili, nei quali ci sarà da soffrire. Mi sembra già abbastanza lo stimolo che riceviamo. Ci sono delle possibilità. Se la società facesse le cose per ottenere qualche soldino da mettere sotto al materasso, io lì farei casino. Se so che la società è disponibile a mettere tutto quello che ha a disposizione e che cerca le soluzioni per sopperire alle difficoltà che avremo, io sto sempre al loro fianco. Voi la scorsa settimana mi avete chiesto se mi piaceva Rincon. Poi non si è riusciti a prenderlo perché ci sono club più forti o che hanno al momento più disponibilità. Poi c’è sempre la volontà del calciatori. Io ho iniziato a guardare Feghouli e Musonda per vedere se ci possono dare una mano e, su questo, dico di sì. Poi Massara lavorerà a tal proposito. Io mi baso su quelli che ho, sono lo zoccolo duro. Sono loro la nostra soluzione. Ora il mercato non mi interessa. Poi c’è l’aspetto dei tifosi, le attese e le pretese. Dal mio punto di vista voglio parlare in maniera trasparente e vera. Non mi aspetto che Musonda ci faccia vincere le partite. Do forza a Emerson, Nainggolan, Strootman, De Rossi e Peres che dovranno fare il doppio dei chilometri per dare palla a Dzeko e buttarla dentro. I rapporti di forza sono gli stessi. Loro hanno qualche calciatore in più di noi che, se non siamo fantastici nel modo di comportarci in quel momento lì, può crearci qualche difficoltà. Io non chiedo nulla. È bene che i nostri sappiano di dover fare gli straordinari. Si diventa di più attraverso il loro lavoro”.
Szczesny ha detto che il suo futuro dipende da Wenger. C’è la possibilità che chieda di prendere il polacco alla società?
“La sua intervista l’ho sentita. La cosa più importante è stata quello di fare i complimenti ad Alisson. Loro sono i primi a battersi le mani. Abbiamo due grandi portieri. Se scegliamo Szczesny abbiamo fiducia nelle sue qualità di trequartista portiere. Se lui farà scelte diverse abbiamo un altro grande portiere che lo sostituirà in tutto. Abbiamo bisogno di tutti e due. Quello che diventa fondamentale è che bisogna ragionare sul fatto di essere parte integrante in una società. In base ai risultato di quest’anno noi cercheremo a ritagliarci uno spazio più importante nel nostra campionato. Si ragiona ora. Sui portieri siamo a posto. Si possono fare degli allenamenti che finiscono 0-0 per mesi interi”.
Ha bisogno di un mercato numerico?
“Lì si rischia di far confusione. C’è il livello che ti fa star dentro alla Roma e uno che ti fa star dentro a un’altra squadra. In quest’ultimo a volte ci si può permettere anche un risultato diverso dalla vittoria. Non abbiamo bisogno di questi calciatori. Se riusciamo a prendere un calciatore che ti può dare un contributo in funzione degli obiettivi, il discorso si fa diverso. Noi dobbiamo essere bravi. Il fatto numerico lo riesco sempre a coprire con il lavoro di Alberto De Rossi. I ragazzi che porto in Prima squadra mostrano allenamenti di livello e vicini al calcio che dobbiamo giocare. La Primavera ci ha sostituito a volte nel mandare un messaggio in giro per l’Italia”.
Redazione GazzettaGialloRossa.it