Sofferenza e vittoria. Probabilmente, i due termini più utilizzati nel suo vocabolario da tre anni a questa parte. Da quando, cioè, a Napoli il ginocchio sinistro fece crac e la sua vita di colpo cambiò. Adesso non è solo tornato, ma è anche lo Strootman che avevamo lasciato prima dell’infortunio: forte, decisivo, per alcuni versi – scrive la Gazzetta dello Sport – anche semplicemente unico.
«Non so se tutto questo mi ha cambiato, se il mio modo di giocare adesso è diverso rispetto a prima. Di certo c’è che oggi sono cresciuto tantissimo sotto il profilo caratteriale», dice il centrocampista olandese al match program della Roma. «Io in campo cerco di dare sempre il massimo, come del resto anche i miei compagni. Ma non so per quale motivo la gente sia così affezionata a me, probabilmente perché mi si vede dall’espressione del viso che do sempre il 100%. Sono in debito con i tifosi giallorossi, mi hanno sempre sostenuto, anche quando giocavo male. Ecco perché dico che quest’anno voglio vincere qualcosa».
«L’obiettivo è arrivare fino in fondo ad ogni competizione e portare a casa almeno un trofeo. Dobbiamo andare avanti così, va bene anche vincere le partite per 10. Qualcosa, poi, strada facendo è cambiato: ora c’è la voglia di vincere sempre, di conquistare tutto. Anche la partitella di allenamento viene vissuta come se fosse una partita di campionato».