(A.Austini) – Ci crede e deve farlo. Mai come adesso. La Roma resta incollata alla Juventus, un solo punto di ritardo che è meglio moltiplicare subito per quattro vista la facilmente pronosticabile vittoria bianconera nel recupero di Crotone dell’8 febbraio, ma anche in quel caso la distanza in classifica non sarebbe così esagerata da cancellare i sogni. Che sia un torneo apertissimo lo continua a dire la cronaca dei fatti sul campo, dove Roma e Juventus le vincono tutte in casa con grande autorità e lasciano per strada qualcosa in trasferta: la differenza, oltre allo scontro diretto, è in quei «maledetti»pareggi dei giallorossi a Cagliari ed Empoli, un bonus di 4 punti che lascia ancora un margine di sicurezza ad Allegri. Ma pure tante speranze intatte a Spalletti, che oltre alle tante belle notizie del presente può guardare con interesse alla storia recente del campionato. Limitando l’analisi alle ultime dieci stagioni, mai la Roma è stata così vicina alla vetta dopo 21 giornate. Dagli 11 punti di ritardo dall’Inter di Mancini nel 2006/07, quando c’era lo stesso Spalletti in panchina e la classifica risentiva degli effetti di Calciopoli, fino al -12 dal Napoli col quinto posto di un anno fa, il punto più basso raggiunto proprio dopo la sconfitta nello Stadium torinese alla 21ª giornata e preludio a una risalita che ha portato i giallorossi sul podio della serie A, rimontando ben 10 punti all’armata di Sarri nel frattempo sorpassata dalla Juve.
Al punto da spingere Spalletti a rivedere le sue considerazioni sul mercato: se fino a due settimane fa invocava un acquisto in attacco o a centrocampo, ora non saprebbe quasi che farsene essendo sulla via del ritorno sia Salah che Florenzi. Il passaggio al 3-4-2-1 è la chiave tattica della svolta, Fazio l’uomo simbolo della nuova difesa di ferro, un reparto trasformato anche dal rientro di Rudiger e dove Vermaelen e Juan Jesus faticano a trovar spazio. Quando rientrerà l’egiziano, Spalletti rischia di dover mettere in panchina sia Perotti che El Shaarawy, oppure rinunciare a uno dei tre «signori» di un centrocampo invidiato dalla Juve stessa. Sulle tanto discusse fasce ora c’è addirittura l’abbondanza con le coppie Peres-Florenzi a destra ed Emerson-MarioRui sulla corsia opposta. La società, a prescindere, continua a trattare Defrel col Sassuolo: dovesse spuntare condizioni favorevoli, lo prenderà comunque, anche in ottica di far rifiatare ogni tanto il capocannoniere Dzeko, che con il Cagliari ha raggiunto quota 20 gol stagionali.Nessuno in Italia segna quanto lui. Le tre vittorie di seguito col minimo scarto, i due gol incassati nelle ultime sette partite (otto sommando il 4-0 in Coppa Italia alla Sampdoria) sono la certificazione della maturità di una squadra accusata dal suo stesso allenatore di non sfruttare a dovere tutte le occasioni per mancanza di cattiveria e concentrazione. Guai a rilassarsi proprio sul più bello: a Marassi con la Samp c’è la prossima insidiosa trasferta. Da vincere, se l’obiettivo la rimonta sulla Juve.
fonte: Il Tempo