(F. Ferrazza) Non si capisce bene se sia al momento più ossessionato dalle vittorie o dal mercato. Cronometrando la lunghezza delle risposte, è forse l’arrivo di un calciatore nuovo ad occupare molto dei pensieri di Spalletti, visto che continua a puntualizzare, ribadire e sottolineare cosa vorrebbe gli fosse messo a disposizione. «Un calciatore, uno solo, visto che è partito Iturbe – spiega il tecnico toscano – non cerchiamo un apprendista, non c’è tempo di crescita, ci vuole un giocatore che ti dia subito il rendimento. Musonda è forte, ma se prendi il ragazzo e lo porti qui dentro, all’Olimpico, con la necessità di vincere subito, non va bene. Quindi cerchiamo uno pronto, dal centrocampo in su, che possa fare anche l’esterno d’attacco. Che qualche volta si possa sostituire anche a Dzeko. Ci sono giocatori forti in Italia, Defrel è uno di questi, ma mi sembra che il patron del Sassuolo abbia detto che non gli è stato chiesto, no? È un buon calciatore, ma non sono io quello che deve fare i nomi: c’è un gruppo di persone che sta lavorando, guidate da Massara. L’alternativa serve, altrimenti può diventare problematico». È la sintesi ridotta all’osso del ragionamento fatto a voce alta in conferenza da Spalletti, immerso nella volontà di inviare messaggi precisi, a società e piazza. Senza dimenticare che stasera c’è la sfida di coppa Italia contro la Sampdoria, gara da dentro o fuori, con in ballo i quarti di finale. E qui si entra nell’altra ossessione, quella legata alla vittoria. «Non possiamo permetterci di fare esperimenti. Siamo partiti con una rosa più ristretta proprio per far sentire ogni calciatore importante per la causa». Guai a parlare di turnover, quindi. «Si fanno giocare quelli che vincono, non siamo in grado di dire che è una partita in cui schierare chi ha giocato poco: noi abbiamo bisogno di serietà per la Roma, bisogna capitalizzare ogni momento della nostra esistenza, per la Roma. Bisogna vincere, senza pensare però alla bacheca, poi quella viene». E due coppe Italia Spalletti le ha conquistate nel suo primo periodo capitolino, ossigeno al quale sono seguiti anni senza successi.
Stasera, contro la Sampdoria, giocherà Alisson («Mi dà le stesse garanzie di Szczesny»), si rivedrà Mario Rui («Si allena da un po’ a buoni livelli, sarà della partita »), convocato Perotti, e in attacco dovrà stringere i denti Dzeko. «È un calciatore magnifico, splendido, divino, ma si è sorpreso che voi fate i titoli solo quando dico che è molle. L’importante è che sia lui sia la squadra sappia di non doversi mai accontentare ». A cominciare da stasera: Spalletti vuole passare il turno di coppa Italia, prima di pensare al Cagliari.