(F. Ferrazza) È il giorno dei difensori in casa Roma. Mentre sul nuovo stadio Raggi e Zingaretti si lanciano frecciatine («Roma merita un impianto nel rispetto del piano regolatore», dice la prima che al tavolo col club manderà un tecnico e non Berdini, mentre il governatore replica «basta parole, aspettiamo gli atti ufficiali»), Spalletti prepara la sfida di domani contro l’Udinese. E lo fa con il portiere migliore del campionato (oltre il 78% di parate tra tutti coloro sempre impiegati) che lancia la sfida alla Juve: «Abbiamo ambizioni altissime – dice Szczesny – e non ci accontentiamo del secondo posto. Abbiamo una rosa che ci consente di giocarcela con la Juve». Impossibile però, per lui, non parlare di futuro: «A dir la verità vorrei sapere anche io cosa mi aspetta. È tutto nelle mani di Wenger, l’allenatore e l’uomo al quale ho affidato la mia carriera fin da quando ho 16 anni. Nel mio contratto non ci sono clausole o opzioni di acquisto da parte della Roma. La decisione spetta a lui. Sono contento che due club così si contendano le mie prestazioni: uno che mi vuole tenere e l’altro che vuole che torni. Anche perché – aggiunge – Spalletti mi ha sempre fatto sentire la sua fiducia e con lui sono cresciuto molto».
Cresciuto lo è anche Ruediger, che domenica a Udine non ci sarà per squalifica, ma ha risposto alle domande dei tifosi su Twitter: “Adesso sto bene, ma non è stato semplice recuperare da un infortunio come il mio (rottura del crociato a giugno, ndc)”. Ieri, però, si è allenato a parte, come Totti, Strootman e Mario Rui, ma era programmato. Vermaelen, invece, è tornato in gruppo, ma con Manolas e Fazio domenica giocherà Juan Jesus: «Nella prima parte di stagione – ha detto il brasiliano al Match program del club – ho avuto un po’ di alti e bassi, ma adesso sto giocando meglio. La partita contro l’Udinese sarà una gara molto difficile. Contro l’Inter non meritavano di perdere. Sarà dura, ma dobbiamo farci trovare pronti».