Le parole in diretta radiofonica di Diego Perotti, intervistato dall’emittente ufficiale della Roma:
Ti sei fermato a Udine poi sei tornato alla grande domenica.
“Il rischio è di farsi male, meglio fermarsi per non rischiare e poi tornare a giocare essendo al top“.
Quanto è importante la competizione all’interno della rosa?
“Nessun giocatore si può mai rilassare in allenamento, per essere al 100%. Non mi è mai successo, se abbassi il livello vai in panchina. Penso che la competizione sia sana, abbiamo tutti un buon rapporto“.
Tutti parlano di una maturità nuova della Roma.
“Da quando sono arrivato la Roma ha sempre segnato tanto ma anche subito molte reti. Ora è diverso, ne facciamo di meno ma almeno abbiamo la porta imbattuta. Noi attaccanti abbiano una sicurezza diversa“.
Ti aspettavi questo a Roma?
“No, è stato tutto molto positivo. Sono arrivato in una squadra grandissima dopo il Genoa, poi sono stato messo subito in campo a 2 giorni dal mio ingaggio. Tutti mi hanno accolto alla grande, mi hanno dato sicurezza e fiducia per giocare. Abbiamo vinto tanto, perso poche partite, non siamo arrivati secondi per soli 2 punti ma a livello personale è stato un bell’anno“.
Sentite la necessità di vincere un trofeo? Questo fa la differenza?
“Lo scorso anno ci è mancato qualcosa, non basta vincere 5-6 di fila e stop, devi vincerle tutte e fare il massimo. Davanti hai sempre squadre forti, ma se ti abitui a vincere e ti rilassi diventa pericoloso. Bisogna pensare solo a vincere, ti da quel passo in più per arrivare allo scudetto o alla finale di coppa. In un campionato così devi vincerle tutte. Noi siamo in un buon momento, ma siamo solo secondi. Neanche se fossimo primi in classifica sarebbe cambiato nulla. Manca tanto e dobbiamo vincere“.
La Roma è una squadra storicamente brasiliana, ora con te e Fazio è più argentina. Te l’aspettavi un suo impatto così importante?
“Lo conosco da 10 anni, l’altro giorno contro la Sampdoria negli spogliatoi gli ho detto che neanche nel suo miglior momento al Siviglia era così forte. Sono cresciuto con lui, sapevo fosse forte, ma certe giocate non le avevo mai viste. Magari lo hanno cambiato…Sono contento per Fede, è come un fratello“.
Trovi somiglianze tra Roma e Siviglia?
“Sono due città e due squadre molto calde. Storicamente Roma è più grande, ha più tifosi e voglia di vincere, però anche a Siviglia per strada i tifosi ti fermano. Sono stato lì per 7 anni e ho un bel ricordo“.
Cosa vuol dire per un argentino come te, che ti chiami anche Diego, la figura di Maradona?
“Non l’ho visto dal vivo, ma è il migliore. Mio padre ha giocato con lui e racconta delle storie, come vinceva le partite da solo. Per me è un onore essere argentino come lui, Maradona è stato anche il primo tecnico a chiamarmi in Nazionale. Ora abbiamo anche Messi, per noi argentini è bellissimo. Maradona arriva a Napoli e la gente impazzisce, incredibile come una persona che gioca a calcio possa far sentire certe cose ai tifosi“.
Come ti comporti fuori dal campo?
“Sto con la mia famiglia, i miei figli. Mi dicono che sono uno che scherza poco, ma nello spogliatoio in realtà sono simpatico. Passo il tempo anche con i compagni, mangiamo l’asado. Sono una persona tranquilla, anche se in campo ho un’espressione seria. Kevin me lo dice spesso, ma anche lui è uno che scherza tanto negli spogliatoi“.
Domenica con la Samp partita dura, tu hai già vissuto il derby con loro.
“Sarà durissima, avranno voglia di rivincita dopo aver perso in casa. Ma sarà dura come il Genoa, l’Udinese, sono partite che ti possono dare punti scudetto. Se lasci punti diventa difficile, questi sono gli incontri che ti fanno capire di essere forte. Il Marassi è un campo difficile, la gente si fa sentire, ma cerchiamo 3 punti molto importanti“.
Fonte: Roma Radio