(M.Cecchini) – A campionato concluso, l’ultimo sorpasso si era consumato già dal 2014, adesso è arrivato anche quello del fatturato. La Roma davanti al Milan, quindi, proprio come racconta (da tempo) la classifica della Serie A. Tra gli interessanti dati che spiccano nell’annuale report di Deloitte, infatti, sul fronte del calcio italiano è proprio questo che spicca: il club giallorosso, grazie a ricavi record (218,2 milioni), per la prima volta nella sua storia supera quello rossonero (214,7 milioni), che scivola al 16° posto. In realtà, entrambe le società accrescono il proprio fatturato rispetto alla stagione precedente, ma mentre la Roma sfrutta l’effetto Champions e – contando su un «più 40 milioni» in relazione al bilancio chiuso al giugno 2015 – conferma lo stesso posto in classica (15°), il Milan scivola indietro di due posizioni (16°), perché il fatturato aumenta di «soli» 15 milioni circa.
JUVE AL TOP – Inutile dire come entrambi i club siano lontani dall’empireo, guidato quest’anno dal Manchester United (689 milioni) davanti al Barcellona (620,2) e Real Madrid (620,1), che per la prima volta dopo 11 anni perde il primato a vantaggio della società inglese, protagonista di un exploit economico importante (+170 milioni circa). La prima società italiana, manco a dirlo, è la Juventus, collocata al 10° posto, che pur passando da 323,9 a 341,1 milioni, ha appena la metà del fatturato che possono vantare i club sul podio. Tanto per restare sulle malinconie italiane, basti pensare che – segnalata la buona performance dell’Inter, che guadagna un gradino e sale al 19° posto con 179,2 milioni di fatturato – per trovare l’italiana successiva bisogna arrivare allo step numero 30, che è quello in cui troviamo il Napoli (142,7 milioni). Tanto per capire, allo straordinario Leicester di Ranieri è bastata una magica stagione per entrare nella graduatoria e posizionarsi al 20° posto con 172,1 milioni. D’altronde, la Premier League fa la parte del leone, se si pensa che piazza ben 8 club tra i primi 20, mettendo in vetrina quasi metà del fatturato complessivo (3,2 su 7,4 miliardi). In generale, a penalizzare le squadre italiane – dipendenti dai diritti tv – gli introiti da matchday rimangono contenuti, tant’è che ben 3 delle 4 squadre italiane classificate infatti si posizionano nel quartile più basso dei ricavi del settore.
fonte: La Gazzetta dello Sport