(D.Stoppini) –Vocabolario Spalletti, l’ossessione si traduce così: quattro gol, altro giro altra corsa, nuova metamorfosi di una Roma che cambia pelle con la facilità con cui generalmente si cambiano le camicie. L’inedito del 2017 è una squadra che riavvolge il nastro e dall’armadio tira fuori il vestito che da novembre aveva messo una volta sola, neppure troppo a lungo. Riecco la macchina del gol: quattro ne fa, altrettanti (almeno) ne poteva fare, Spalletti rispolvera un linguaggio che pareva smarrito da fine novembre, dimenticato. S’era detto: la Romaè un’altra, ora gioca peggio e produce meno. Solo una volta, da dicembre in avanti, aveva segnato più di due reti, contro il Chievo. Con la Samp è un ritorno all’antica: prima doppietta italiana di Nainggolan, Dzeko dimentica Udine e ora è il giocatore più prolifico in Italia, 19 gol stagionali e via così. E, in assoluto, la macchina del gol s’è rimessa in moto con un numero, il 62, che vale il merito di formazione più prolifica nelle tre competizioni.
ARIA BUONA – Eccola l’ossessione: per alimentare la voglia di trofei ci vuole una vittoria dopo l’altra, ci vuole una squadra che sappia fare tutto e il suo contrario. È come andare in vacanza: auto, treno o aereo, l’obiettivo è la destinazione, il fine giustifica il mezzo e i mezzi, quelli a disposizione di Spalletti. «Abbiamo dato seguito al nostro periodo di forma, stiamo bene ma non c’è mica da esaltarsi troppo, perché per mettere sotto la Samp abbiamo dovuto aspettare la fine del primo tempo — ha detto l’allenatore —, se entra l’occasione del palo la partita si complica. Stiamo bene, c’è entusiasmo e con l’entusiasmo si fa tutto meglio. L’aria che si respira è buona, certo, ma guai ad incepparci».
CONTRATTO – Con quei 62 gol, poi, tutto è più facile: «Abbiamo tanta qualità, riusciamo a fare cose buone anche perché l’entusiasmo che ci trasferisce la città noi lo sentiamo — ancora Spalletti —. Poi qualche numero ci riesce, è vero: Nainggolan è di una pasta diversa, è un cavallo di razza e se lo chiudi nel recinto ha più difficoltà. Dzeko è sciolto nei movimenti nonostante la sua struttura, bello da vedere». Come la Roma di questi tempi: con lo smoking o gli scarponi da lavoro (vero De Rossi?), tutto cambia ma niente cambia. «Ma del mio contratto se ne parla a fine stagione, le partite le vincono i giocatori eh»: eccolo, il pilota che dà il merito alla macchina.*
fonte: La Gazzetta dello Sport