In previsione della riunione della Conferenza dei Servizi che si terrà domani presso la Regione Lazio, il Comitato Salviamo Tor di Valle dal Cemento ci ha fatto pervenire un “documento da mettere agli atti per richiesta di dichiarazione di decadenza della Conferenza medesima” incentrata, come sappiamo, sul progetto riguardante l’area dove si vorrebbe far sorgere il nuovo stadio della Roma.
Un documento che è stato già inviato tramite Pec (posta elettronica certificata) alle autorità della Regione, dell’Area Metropolitana, di Roma Capitale, dello Stato e a tutti gli Enti facenti parte della Conferenza dei Servizi.
Di seguito il testo del documento:
“Circolano dichiarazioni e voci, sulla stampa e non solo, da parte di esponenti politici regionali e del Comune di Roma che riassumono le contraddizioni e difficoltà nelle quali pare essersi impantanata la Conferenza dei Servizi.
Riassumendo le posizioni parrebbero:
A) Regione Lazio ” … se entro il 31 gennaio il Comune di Roma non esprime alcuna Variante Urbanistica la Conferenza muore …”
B) Comune di Roma ” …stiamo trattando con la proprietà per individuare una possibile mediazione che accontenti le diverse esigenze …”
C) Dalla Conferenza “…. vedremo la possibilità di un ulteriore mese di proroga della durata della Conferenza medesima …. “
Lo scrivente Comitato, presente in qualità di Uditore, ma con misura e equilibrio ammesso anche a esprimere qualche breve valutazione circa i lavori medesimi, come già preannunciato (vedasi nota protocollata del 9 gennaio 2017) per le motivazioni che seguono:
Criticità nella interpretazione della legge
La delibera n. 132 del 22 dicembre 2014 che ha riconosciuto l’interesse pubblico per la costruzione dello Stadio, estendendone la valenza pure a volumetrie che non hanno alcuna connessione funzionale con lo stesso, a più riprese è stata, dallo scrivente Comitato, contestata anche per la possibile nullità della delibera medesima.
Criticità circa la convocazione della Conferenza dei servizi regionali
Nel quale si appalesa che diversi Enti, a partire dalla Regione Lazio, hanno creduto di ritagliarsi alcune valutazioni settoriali estrapolando da una visione d’assieme che necessariamente doveva presentarsi interdipendente alla conseguente e relativa progettazione. Questa impostazione avrebbe permesso di non considerare la decadenza “ex tunc” della delibera riguardo il mancato rispetto delle prescrizioni inserite.
Criticità nelle specifiche proposte progettuali
Le principali sono sicuramente quella che riguardano la mobilità su ferro. La soluzione proposta di una derivazione della metro B a Tor di Valle era stata contestata e bocciata già dall’Atac; come pure ha fatto in sede di Conferenza dei Servizi la Città Metropolitana, che ha inoltre evidenziato criticità per le proposte di viabilità, che non risultano sostenibili.
Altri problemi, non completamente sciolti, riguardano il quantitativo degli spettatori che verrebbe trasportata in modo pubblico collettivo su ferro; la quantità non precisata dei possibili arrivi, allo stadio o all’enorme Direzionale previsto, con auto private che si aggiungerebbero agli alti flussi veicolari già esistenti; la non specificata capienza dei parcheggi previsti, la loro proprietà e la loro gestione.
Del resto non risultano nemmeno risolti i problemi di accesso e uscita dagli stessi, ne risulta chiaro se essi rispettino pienamente gli standard.
Ancora problemi riguardano gli obblighi di legge da rispettare in merito alle opere di messa in sicurezza per il rischio idrogeologico del Fosso di Vallerano e per gli scavi archeologici preventivi.
Quanto alle cubature commerciali previste, l’ennesimo Centro Commerciale che ne deriverebbe confliggerebbe con l’attuale Piano del Commercio del Comune.
Infine non sono state previste soluzioni soddisfacenti, dal punto di vista della depurazione, per poter acconsentire all’enorme cubatura prevista in aumento. Occorre, per altro, ricordare che il depuratore esistente già risulta essere non a norma e suscita vivaci lagnanze da parte di cittadini.
Ma queste sono solo alcune delle criticità che abbiamo sentito menzionare nel corso della Conferenza dei Servizi. Per cercare di risolverle si sono programmati e svolti incontri per ogni singolo problema a porte chiuse – una prassi certamente singolare e/o non trasparente. Le relative possibili soluzioni individuate, di cui non si ha contezza, non crediamo possano essere risolte facilmente se non derogando, per alcune, a norme sovraordinate.
Alle riunioni sono stati presenti numerosi funzionari che sono intervenuti, sempre, con argomenti puntuali e concreti. Tuttavia è noto che i pareri decisivi per chiudere la Conferenza dei Servizi saranno solo quelli dei quattro “Rappresentanti Unici” di: Stato, Regione Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma.
Criticità nelle specifiche competenze della Conferenza
Mentre la stessa sarebbe abilitata ad esprimersi circa il progetto rappresentato a seguito della Delibera 132 del dicembre 2014, la Conferenza medesima non può sostituirsi fornendo atti di indirizzo politico che spettano esclusivamente agli organi elettivi (Assemblea Capitolina). Atti di indirizzo che precedono il progetto che sarebbe successivamente stato esaminato in Conferenza. In assenza di una specifica Variante Urbanistica (di cui sono evidenti le implicazioni circa conflitti normativi) la Conferenza non è abilitata a interpretare autonomamente ipotesi di rappresentazioni progettuali del tutto diverse.
Qualunque possa essere la interpretazione, davvero “molto disinvolta” della legislazione è certo che la legge medesima non sottrae i compiti di programmazione agli organi elettivi ne modifica unilateralmente, e per via degli Enti locali, le norme circa le possibili varianti al PRG per opere esclusivamente di interesse pubblico. E, naturalmente, non possono essere dichiarate tali le volumetrie che non hanno alcuna connessione funzionale con l’opera Stadio e che rappresentano, invece, una singolare auto modalità di possibili interessi speculativi oltre che di finanziamento di opere pubbliche che, nel rispetto delle normative europee richiederebbero, invece, interventi con scelte contrattuali e progettuali ad evidenza pubblica: Ferrovia Roma Lido, Viabilità pubblica, Interventi di salvaguardia del territorio, ecc.; oltre che forme di finanziamento (istituto della compensazione o project financing) del tutto estranee alla legge che prevede l’interesse pubblico per la costruzione di Stadi di proprietà privata.
LO SCRIVENTE COMITATO
ribadisce, fortemente, la richiesta di emissione della Dichiarazione di Decadenza della Conferenza dei Servizi, cosi come del resto già sollecitato, con nota precedente registrata presso la Direzione Regionale Affari Istituzionali il 09 gennaio 2017, dallo scrivente Comitato ”Salviamo Tor di Valle dal cemento”.
Ogni eventuale atto successivo preso dall’Assemblea Capitolina che non sia la revoca o l’annullamento della delibera n. 132 del dicembre 2014 (come correttamente viene richiesto da non poche Associazioni e migliaia di cittadini), presuppone la ripresa, dall’inizio, dell’iter procedurale di tutta la nuova proposta, nel rispetto rigoroso della legittimità, della trasparenza degli atti e nel rispetto del Regolamento sulla partecipazione dei cittadini.”
Fonte: lultimaribattuta.it