(E. Menghi) L’evoluzione in «cazzuta» porta giovamento, e punti, alla Roma. Ora va dritta al sodo e le temute trasferte sono diventate fonti di vittorie, seppur sudate e di misura. Spalletti sbandiera entusiasta il cambio di rotta, ma da buon comandante mostra i margini di miglioramento e i passi ancora da compiere piuttosto che compiacersi: «Nell’essere tosti abbiamo fatto la nostra parte, siamo entrati in campo con l’occhio giusto a mezz’asta. Abbiamo dettato subito la legge di chi vuole portare a casa il risultato con forza. Ho stimolato i calciatori sotto l’aspetto del carattere, della personalità, della continuità nel gestire, comandare e soffrire: così possiamo diventare davvero una grande squadra. Sotto l’aspetto della mentalità abbiamo fatto passi avanti importanti e ad essere pignoli c’è stato solo un momento a metà secondo tempo in cui ci siamo dovuti difendere nella nostra area. Potevamo chiuderla nel primo – sottolinea il tecnico toscano – e non l’abbiamo fatto: se non concretizzi gli altri reagiscono e tu comincia pensare di aver buttato via l’occasione». La giornata no di Dzeko non ha influito sul risultato, ma al di là del rigore fallito le tante chance sprecate sono per Spalletti il sintomo di un difetto caratteriale, limato ma non sparito nel tempo: «A me sta bene così, ma ogni tanto è molle e continua a coccolarsi quando fa 2 gol, si accontenta, invece io gli dico che ne poteva fare 4. Bisogna esprimere di più del proprio massimo, andare oltre».
Un pomeriggio da Edin formato 2015-16 può passare in cavalleria, ammesso che dalla prossima torni il bomber del 2016-17: «È vero che ha corso tanto a Udine, ma se gli do 3 giorni di riposo si rischia di arrivar tardi alla partita con la Sampdoria». L’allenatore prima di pensare alla Coppa Italia ha qualche appunto da fare anche ai difensori: «Manolas e Jesus erano i due braccetti e dovevano aiutare a stanare il centrocampista avversario, ma non l’hanno fatto. In generale la fisicità dei tre centrali ci rende più solidi. Nel secondo tempo non abbiamo ragionato da squadra matura, soprattutto nel possesso palla. Ma è una vittoria meritata». «Missione compiuta», ha scritto Totti sui social dopo aver giocato lo spezzone finale al posto di un impalpabile El Shaarawy, a cui il tecnico ha qualcosa da dire: «Io tutelo tutti, ma se non porto a casa i tre punti tu devi venire con me all’aeroporto. Si fanno le seghe mentali a chi vuoi, le carezze a chi ti pare, gli si dice bravo, poi però negli uno contro uno c’è da stoppare la palla e passare sopra, scardinando la fase difensiva dell’avversario. C’era da gestire un po’ di più la palla, perciò ho messo Checco che è maestro in questo e scarica di responsabilità la squadra». Strootman è uno che piuttosto se ne fa carico: «Sto giocando un po’ meglio, non era assist se Nainggolan non faceva quel gran gol. Szczesny ci dà fiducia, magari resta con noi». Il polacco replica: «Bravi i difensori, continuiamo così e aggiungiamo qualità».