(A.Catapano) – E venne, dopo il bastone, il giorno della carota (per tutti, ma non per Paolo Berdini, neanche a dirlo). «Incontro positivo e costruttivo», è il ritornello di un altro pomeriggio al riparo dalle bordate dell’assessore all’Urbanistica. Insomma, lo stadio della Roma farà un altro giro di giostra, su cui stavolta saliranno solo i tecnici, e al termine si valuterà se vale la pena proseguire e trovare anche una sintesi politica, o lasciar perdere.
UN COLPO SOLO – L’effettivo insediamento per domani del tavolo tecnico annunciato mesi fa è di per sé una buona notizia. Almeno testimonia dell’esistenza di una trattativa sulla riduzione delle volumetrie. Peccato che le «correzioni» sul tavolo siano le stesse di fine novembre: il 20% in meno di cubature, che si raggiungerebbetrasformando i grattacieli del business park in palazzine e tagliando il ponte verso la Roma-Fiumicino. In questo modo, i proponenti rinuncerebbero a poco più di duecentomila metri cubi, ma in cambio risparmierebbero circa 55 milioni di opere pubbliche. Ora, pur tralasciando che il taglio del ponte rimetterebbe in discussione la pubblica utilità dell’opera, che a quel punto richiederebbe un nuovo pronunciamento dell’assemblea capitolina, trovare una quadra nella riunione tecnica di domani, cui presenzierà nelle vesti di garante anche l’avvocato genovese del M5S Luca Lanzalone, resta un’impresa difficile, anche perché il calendario non concede altre date. E pure nel caso che i tecnici trovino una sintesi accettabile, dovrebbero sottoporla al giudizio della Giunta Raggi, in un nuovo incontro da fissare entro la prossima settimana, che dovrebbe dare il responso definitivo: dentro, e a quel punto resterebbero una quindicina di giorni prima della Chiusura della Conferenza di servizi (3 marzo) per rivedere quel parere negativo inviato dagli uffici comunali e far approvare la variante al prg; fuori, e lo stadio diventerebbe materia per ricorsi al Tar, cause multimilionarie o interventi del Governo.
E IL «GUASTATORE»? – Difficile prevedere un finale. Se la Raggi – pluri indagata, ieri assente, ma disposta ad aiutare una felice chiusura della trattativa – riuscirà a mettere in minoranza la linea del «guastatore» Berdini, il progetto, seppure rivisto al ribasso, andrà in porto. E l’assessore – che intende autorizzare solo le cubature previste dall’attuale piano regolatore, cioè circa 112mila metri quadri che basterebbero per lo stadio e qualche negozio, non per il centro direzionale che garantisce la sostenibilità finanziaria dell’opera – rassegnerà le sue dimissioni. Ieri, in tre distinte dichiarazioni rilasciate prima che il vice sindaco Bergamo e il presidente del Consiglio comunale De Vito incontrassero Baldissoni e Parnasi, Berdini ha gridato allo scandalo dei metri cubi regalati e invocato il rispetto delle regole, altrimenti è «giungla».
L’ENTRATA DI TOTTI – E in tarda serata l’entrata di capitan Totti: «Rispondo solo ora… ero concentrato sull’importante partita, Ringrazio Virginia Raggi per l’invito, sarò felice di incontrarla, magari proprio per brindare al definitivo via libera per lo stadio (…) L’iter però lo seguono i nostri dirigenti, che sono più qualificati di me per entrare nel merito della questione».
fonte: La Gazzetta dello Sport