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Allenatore e capitano amici mai (più): ecco il meglio e il peggio di un anno

(S.Carina) – C’è chi l’ha interpretata come una difesa del gruppo (con l’Olimpico che si esalta per l’ingresso di Totti e invece rimane silente durante la partita, fischiando addirittura per qualche secondo la squadra quando il pallone non usciva per agevolare l’entrata in campo del capitano). Chi invece come l’ennesimo paletto per prepararsi a giugno un’exit strategy. Piuttosto altri, lo ritengono il modo più semplice per non parlare del suo rinnovo provando a spostare l’attenzione. Al contrario, alcuni pensano che Lucio non abbia dimenticato i titoli di alcuni quotidiani all’indomani di Roma-Torino dello scorso anno, gara decisa dall’uno-due in extremis di Francesco. Altri ancora, fanno notare come le sue parole coincidano con l’allontanamento del capitano da Trigoria il 21 febbraio 2016. Ma c’è anche chi lo interpreta come un messaggio alla società («Un Totti non basta, ce ne vogliono 18»). Quale fosse l’intento di Spalletti, nel chiedere il rinnovo del numero 10, eccoci di nuovo a parlare di quella che sembra essere diventata un’ossessione. E stavolta, purtroppo, la vittoria non c’entra nulla.

SI RIPARTE – Non è la prima volta che in questa stagione il tecnico, pur non sollecitato dai media, vira autonomamente su Totti. Accadde, ad esempio, alla vigilia della gara con la Fiorentina, il 17 settembre «Qui non si vincerà mai niente solo con lui. Quando la Roma trionfò, lo fece perché aveva anche altri grandi calciatori straordinari oltre Totti. Se continua a giocare sarò l’allenatore della Roma altrimenti no». Dopo il botta e risposta con Ilary Blasy, il 1 ottobre, Lucio parte in contropiede e accusa i media «di voler l’addio al calcio di Francesco. E invece deve giocare ancora». La memoria per una volta gli fa difetto. E così dimentica quando non più tardi di qualche mese fa lo aveva paragonato ad un telecronista in pensione («Ci si chiede se può giocare dall’inizio ma si potrebbe proporre anche un sondaggio diverso: far commentare l’Europeo a Pizzul o Caressa?») o la prima riga del comunicato della Roma a giugno, «lieta di annunciare l’ultimo anno di Totti da calciatore». Ora il problema, non è il rinnovo di Francesco che per la prima volta ha preso in seria considerazione l’ipotesi di smettere. Ma il futuro di Spalletti, sempre più decisivo in campo ma criptico fuori.

fonte: Il Messaggero

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