(A.Arzilli) – Un time-out. Con Berdini in uscita dalla giunta in Campidoglio spunta l’idea di una proroga sulla questione stadio. «I tempi tecnici ci sono, ma se la Roma chiede una proroga noi non abbiamo nulla in contrario», dice alla buvette il capogruppo M5S Paolo Ferrara. Una sorta di carotaggio per capire se la controparte, i proponenti dell’opera, hanno interesse a far slittare l’appuntamento politico previsto per martedì prossimo. Per il Comune, che la proroga l’ha già chiesta e ottenuta esaurendo il bonus, significherebbe rimandare ulteriormente il tema stadio al dopo bufera Berdini, affrontando la delicata questione sulle cubature con un sostituto all’urbanistica in grado di portare in fondo la pratica. E infatti ieri Raggi ha tenuto a colloquio Emanuele Montini, un passato da collaboratore di Rutelli, già coordinatore nazionale di Italia Nostra e storico collaboratore dei Cinque Stelle (ex capo del legislativo del gruppo M5S alla Camera) e attualmente capo staff dell’assessore alla Scuola Laura Baldassarre. In serata è uscita fuori anche la candidatura di Carlo Cellamare e Paola Cannavò, quest’ultima forse destinata a raccogliere la delega ai Lavori pubblici. Per la Roma e Parnasi «potrebbe essere necessaria la proroga per lavorare sui rilievi mossi al progetto», spiegano dal Campidoglio, ragione del parere non favorevole uscito dagli uffici comunali. Ma i proponenti non sembrano affatto intenzionati a diluire i tempi, almeno non ad allungare l’attesa per l’appuntamento decisivo di martedì. Anzi: ieri c’è stato un incontro riservato ai tecnici e coordinato, per il Campidoglio, dall’avvocato genovese Luca Lanzalone. «Incontro positivo», è filtrato in serata a conclusione di una riunione servita a sforbiciare le cubature partendo dalla base di default del meno 20%: l’obiettivo sarebbe quello di arrivare all’appuntamento politico di martedì con il progetto ridotto di circa un quarto rispetto al milione di cubature previsti dalla carta originale.
Un’accelerata, insomma. Ragione per cui i proponenti non hanno intenzione di parlare di eventuali proroghe. Almeno non prima del sì politico all’opera. Del resto la sostanziale, anche se non formale, uscita di scena di Berdini ha aperto una breccia importante per la Roma nell’amministrazione Cinque Stelle. E la linea dell’intransigenza «no variante» che spingeva per lo stadio all’interno delle misure del piano regolatore ha finito col perdere grip nella maggioranza grillina.
fonte: Il Corriere della Sera