Luciano Spalletti ha parlato in sala stampa dall’Olimpico dopo Roma-Fiorentina:
Venti minuti non buoni, poi l’exploit. Che ne pensa dell’hashtag ‘Famo il contratto a Spalletti’?
“Bisognava pulire certi dubbi sulla partita e sul nostro andamento, siamo arrivati inizialmente in ritardo, loro sono una squadra tecnica, che fanno girare bene la palla. Quei minuti li ci son serviti per prendere le distanze corrette, siamo arrivati in tempo sulle chiusure, pressato molto. E’ salita la convinzione di poter fare la partita in maniera spavalda, abbiamo fatto anche gol, è tornato tutto, soprattutto il fatto di essere una squadra forte. Da un certo settore di campo in poi c’era convinzione. Sul contratto non se ne parla più, magari pensiamo ai giocatori. La società lo sa da sola, i contratti importanti sono quelli dei giocatori, creano uno spogliatoio corretto, risolvono le soluzioni individuali. Senza i rientri di Nainggolan non si vincono certe partite”.
Rimorsi dopo la sconfitta di Genova, o consapevolezza sul suo progetto?
“Ti facevo più personalità, chiedimi perché ha cambiato formazione a Genova senza Manolas. Il problema è sempre lo stesso, devo prendere delle decisioni in base a quello che vedo. Per me è fondamentale quello che fa Manolas, dobbiamo cominciare l’azione, dall’inizio. Perché ci si chiama Roma dobbiamo prenderci ogni responsabilità, comandare il gioco anche senza giocatori come Pjanic. Bisogna aumentare la qualità nel possesso palla, poi s’è fatto tutto bene. A Genova ci hanno pressato e dovevamo cercare di uscirne, la pensi in questa maniera sempre. Se davo retta a voi avevo levato anche Emerson, ora tutti sul carro, come su Dzeko”.
Dal punto di visto mentale come si spiega la Roma deludente a Genova, scialba con il Cesena e oggi scintillanti?
“La nostra consapevolezza deve crescere, dobbiamo sentire subito il morso della pressione del dovere dell’osare tutti i momenti per essere poi sempre più forti, più antipatici, più determinati. Secondo me ora sta venendo fuori, prima c’era qualche dubbio o libertà in più. L’ossessione bisogna riuscire a fargliela percepire n ogni momento. Bisogna puntare sempre alla posizione più alta, fare sempre il massimo possibile e azzardare a qualcosa di più. C’è da pensare di essere anche più forti di quello che siamo, essendo coraggiosi. Ci si chiama Roma, non abbiamo altra scelta”.