(S. Carina) «Secondo me è rigore ma se me lo danno contro mi arrabbio». Gli scappa un sorriso. Forse il primo della serata. Alla vigilia Spalletti aveva provato a tenere alta la concentrazione. Invano. E invece ancora una volta aveva ragione lui: «Io lo sapevo, ci avevo anche provato facendo un po’ di cabaret con voi, perché il Cesena l’avevo visto giocare e soprattutto fuori casa è una squadra ostica. C’è un detto che dice che le buone occasioni capitano raramente e si perdono facilmente. E si è visto, perché molti pensavano che il risultato sarebbe venuto da solo senza metterci nulla e che la semifinale con la Lazio era cosa dovuta. L’importante è aver ripreso la partita, siamo andati meglio sicuramente nella ripresa dove siamo riusciti a velocizzare la manovra, rispetto al primo tempo dove abbiamo fatto male». Le parole a caldo del tecnico del Cesena, Camplone («Il rigore lo ha visto soltanto l’arbitro»), aleggiano ancora nell’aria. E inevitabilmente Lucio è costretto a tornare sull’episodio che ha deciso la partita: «Il rigore c’è. Poi quando si va a fare il conteggio, alla Roma i rigori sono stati dati ma domenica con la Sampdoria ad esempio ne manca uno. L’anno scorso ho fatto metà campionato senza averne uno a favore».
COME MUHAMMAD – Rigore trasformato magistralmente da Totti: «Lo ha calciato benissimo. Lui quando gioca sia in allenamento che in partita o quando gioca con suo figlio è il Muhammad Ali del calcio, cerca sempre la giocata importante che gli altri non vedono. Se gioca lui è bene dargliela, più palle gli passano tra i piedi e più riceviamo gli interessi. Ti rende molto più che in banca». Certifica lo stop di Perotti: «Diego ha sentito questo muscolo tirare e vanno fatti accertamenti ma sicuramente per la prossima partita con la Fiorentina non ci sarà. Non mi aspettavo queste problematiche muscolari, anche perché non è stato l’unico. Juan Jesus aveva sentito tirare all’inizio, Mario Rui è stato bravo perché non ha minutaggio». Poi torna sulla gara: «Lo ripeto, mi aspettavo una partita difficile. Ora magari qualcuno mi crederà. Loro soprattutto in trasferta sono una squadra che si chiude e fa bene il palleggio dentro, hanno quattro attaccanti che vanno forte anche se li cambiano spesso. Hanno buttato fuori due squadre di A quindi hanno qualità. A Camplone ho chiesto come è possibile che siano così indietro in classifica… Mi aspettavo una partita difficile, magari non proprio così, ma si prende il buono di ciò che è stato fatto, soprattutto nel secondo tempo perché quella è la vera faccia della squadra. Gli altri sono condizionamenti che succedono. Trentotto passaggi sbagliati? È la conferma di quello che dicevo. Troppa frenesia e fretta». Passerella finale sull’incontro che martedì al Viminale dovrebbe dare il via alla rimozione delle barriere in curva: «Sono fiducioso perché ho questo senso di libertà e le barriere non sono portatrici di questo». Nota a margine: ieri Grenier non era in panchina nonostante fosse stato convocato per un problema di transfer.