(U. Trani) Al fischio d’inizio della partita contro la Fiorentina (ore 20,45 all’Olimpico), dopo il lunghissimo weekend, la Roma ripartirà dal 3° posto. Cioè dalla posizione che Spalletti, subentrato a Garcia l’anno scorso alla fine del girone d’andata, conquistò sul traguardo dell’ultimo torneo, rimontando dal 5° gradino della classifica e finendo proprio dietro alla Juve e al Napoli che attualmente precedono i giallorossi. Il primo obiettivo della serata è, dunque, scontato: riappropriarsi del 2° posto che, in qualsiasi club della nostra serie A, fa la differenza soprattutto nel bilancio, garantendo l’accesso diretto alla prossima Champions e quindi gli introiti sicuri per la partecipazione alla fase a gironi.
PADRONA DI CASA – La Roma, vincendo il 15 ottobre proprio contro il Napoli al San Paolo, si piazzò alle spalle della Juve senza più lasciare il 2° posto (15 giornate di fila). E i giallorossi, per lanciarsi all’inseguimento della Juve capolista, hanno sfruttato il raccolto nelle gare all’Olimpico: 11 successi in 11 match, contando il derby, solo per il calendario giocato in trasferta (le vittorie consecutive sono 14, se si sommano anche le ultime 3 dello scorso torneo). La Fiorentina, insomma, sa che cosa l’aspetta sotto la collina di Monte Mario: nessuna rivale italiana, in 17 gare stagionali, ha preso punti in questo stadio (solo il Porto e l’Austria Vienna, rispettivamente 3 punti e 1 punto). L’en plein casalingo ha dato forza alla rincorsa che, però, si è interrotta a Marassi, nell’ultimo turno, contro la Sampdoria: quel ko ha permesso ai campioni d’Italia di allungare e alla squadra di Sarri di avvicinarsi (e di sorpassare, per ora, grazie alla partita in più).
SALTO TRIPLO – «Dobbiamo credere che tutto sia ancora possibile e in tutt’e tre le competizioni in cui ancora siamo in corsa». Spalletti, senza guardare ai risultati recenti della Juventus e dell Napoli, è convinto che la Roma sarà competitiva fino in fondo. In campionato come in Europa League e in Coppa Italia. Riconosce lo spessore del gruppo di Allegri e anche di quello di Sarri. Orgogliosamente, però, ripete: «Siamo forti anche noi e mi sembra che lo stiamo dimostrando: non sono preoccupato dalle nostre ultime prestazioni». I complimenti alle rivali nella corsa scudetto ci stanno, così come quelli alla Fiorentina di Sousa. Il toscano dà il giusto significato a questo posticipo, pesando il rendimento dei viola che sono imbattuti da 5 partite (3 successi e 2 pareggi) e sottolineando il lavoro fatto dal collega portoghese. Tatticamente la sfida sarà interessante perché è probabile che i 2 tecnici scelgano lo stesso sistema di gioco, il 3-4-2-1 usato con continuità nell’ultimo periodo, per mettersi in difficoltà a vicenda. Le assenze possono incidere: da una parte mancheranno Florenzi e Salah (e Vermaelen), dall’altra Saponara e Kalinic. Qualche giocatore è stato recuperato in extremis: Juan Jesus e Perotti, Tatarusanu e Gonzalo Rodriguez (l’unico dei 4 che potrebbe essere titolare).
SENZA SCELTA – Sousa dovrebbe partire con Babacar centravanti, pure se ha la tentazione, mancando Kalinic, di presentarsi senza dare alcun riferimento offensivo a Spalletti. Che, invece, è intenzionato ad andare sul classico con El Shaarawy al posto di Perotti (non al top). In pieno tour de force la rosa della Roma è ridotta al minimo: solo 20 i convocati, con la prima chiamata per Grenier, acquisto di gennaio. Ma il toscano non si lamenta. Nemmeno del giorno inedito per scendere in campo (martedì). Anche perché i giallorossi, in questo campionato, hanno sempre preso i 3 punti nei giorni feriali: di lunedì contro il Milan, di mercoledì contro il Crotone e il Sassuolo, di giovedì contro il Chievo.