(A. Angeloni) La Roma vince di rigore, non perché le danno i rigori, ma perché è più forte, al di là dei rigori. Punto. E’ il pensiero di Luciano Spalletti dopo il trionfo di San Siro. Rispondendo di nuovo a Pioli e quelli che si lamentano anche dopo l’ultimo Inter-Roma. «Non so cosa cerchino: parlare di episodi stride, la Roma ha meritato, punto e basta. Si sono sguinzagliati sui rigori per tutta la settimana. Torno a ripetere la mia risposta a Pioli: non sono mai andato a fare confronti con gli altri quando ho avuto un solo rigore su 19 partite. Ora si vuol portare i rigori a paragone con i punti di differenza. E’ stato creato un caso. Ci sta di perdere una partita per episodi, mettetela come vi pare. La Roma non ha rubato nulla e chi parla di solo rigori manca di rispetto ai giocatori della Roma», chiarissimo Spalletti. Che la sfida coi nerazzurri l’ha vinta tatticamente.
LA PARTITA PERFETTA – Spalletti voleva anche di più di ciò che ha visto. «In alcuni frangenti siamo stati più bravi e abbiamo meritato di andare in vantaggio e di raddoppiare. Non abbiamo gestito benissimo la palla poi perché se l’avessimo fatto per dieci secondi in più li avremmo devastati. Ma comunque è stata un’ottima prestazione. Perché Jesus? Mario Rui non è ancora il giocatore che conosco, Jesus è più difensivo, è stato bravo a tenere Candreva. Nainggolan? Queste partite sono il massimo di godimento per lui, che è un animale. Fazio? C’era solo il dubbio del perché non avesse più giocato al Tottenham, poi Perotti, che è suo amici, ci ha detto che stava benissimo. Ha grande personalità e può giocare anche mediano».
SCUDETTO E TOTTI – Tutto bene, ma la Juve resta a più sette e non è facile raggiungerla. «Se riuscissimo a ridurre la distanza, sarebbe un risultato oltre la classifica. Dietro abbiamo anche il Napoli che è una squadra forte. Il mio rinnovo dopo quello di Totti? Ha un patto d’onore e quelli non si rinnovano, si vivono e basta. Mi dispiace che venga abbinata la mia gestione con la possibilità che ha Totti di giocare o meno. Francesco quando si alza per andarsi a scaldare ha tutto lo stadio che comincia ad applaudire. Dipende da lui, se vuole ancora giocare non deve dipendere dalle mie scelte».