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Roma, tutto cominciò in un derby

(A.Angeloni) – Dal derby al derby, sul filo di un modulo. Uno. Quello che ha cambiato la Roma. Spalletti si ripete: sperimenta, studia e trova la soluzione ai problemi. Era successo nel 2005, quando l’assenza di attaccanti lo ha portato a sistemare la squadra con tanti trequartisti e una sola punta, il 4-2-3-1 di Totti e Perrotta, tanto per semplificare. E’ successo anche quest’anno, per ben altre esigenze: non prendere gol a ripetizione. Ed ecco il 3-4-2-1 di Fazio e Peres, sempre per semplificare il discorso. Tutti e due,moduli spallettiani. Inventa, sperimenta, trova la soluzione, sempre lui, Lucio. Stavolta il via risale al derby dell’andata, quando la Roma si era trovata a gestire l’assenza di uno dei suoi uomini migliori, ovvero Salah. Momo si era infortunato nella settimana del derby, Spalletti ha alzato Peres, ha stretto i tre centrali e ha puntato su Emerson Palmieri dall’altra parte.

LA PROVA GENERALE – In realtà, qualche prova generale c’era già stata a Napoli: quel giorno, vittoria anche al San Paolo, mancava Strootman e c’era Paredes al suo posto. Contro Sarri, Lucio, ha utilizzato la formula ibrida del “3 e mezzo”, con Florenzi da una parte e Perotti a fare il cursore a sinistra, e proprio per la presenza di Diego forse quel sistema di gioco andava e va (ri)letto come 4-2-3-1. Ma qualcosa si stava muovendo. Nel tempo le cose sono cambiate del tutto: da quel derby c’è stata la fase senza Momo e quella con Momo, la Roma prima e postCoppa d’Africa, senza alterare il rendimento: punti, tanti, e gol incassati, pochi. Facciamo il confronto tra l’undici anti-Napoli (Szczesny; Manolas, Fazio, Juan Jesus; Florenzi, Paredes, De Rossi, Perotti; Nainggolan; Salah, Dzeko) e quello anti-Lazio (Szczesny; Rudiger, Fazio, Manolas; Peres (dal 47’ s.t. Jesus), De Rossi, Strootman, Emerson; Nainggolan; Perotti, Dzeko). Quella che ha battuto la Lazio ha trovato le sue certezze con il passare del tempo, a farne le spese gli attaccanti, un po’ El Shaarawy, un po’ anche Perotti, che per Spalletti è sempre un indispensabile. E non parliamo poi della sfida con l’Inter: out Emerson, dentro un altro centrale. Conta l’equilibrio, dunque, pur mantenendo l’efficacia in fase offensiva. Questa, oggi, è una Roma affidabile. Seria.

TERZINI ELASTICI – L’assenza di Salah ha lanciato definitivamente Peres come esterno alto di destra, così come Emerson Palmieri dall’altra parte. Con loro, la Roma trova la spinta in fase offensiva e due terzini in fase difensiva, che aggiungendosi ai tre centrali, vanno a formare una difesa a cinque. Elastica. Nainggolan fa il doppio lavoro di raccordo, su e giù per il campo, con Dzeko riferimento centrale offensivo e trequartista dai piedi vellutati. Strootman e De Rossi fanno il resto. I due equilibratori. Senza Salahc’era Perotti, con Salah c’è non c’è l’argentino. Rispetto al vecchio sistema, l’egiziano deve giocare un po’ più vicino a Dzeko, senza tappare la strada a chi gli gioca alle spalle, cioè Peres. Momo alla fine fa l’ala, la seconda punta, partendo da una posizione di trequartista al fianco di Nainggolan.

L’ECCELLENZA – I risultati sono stati eccellenti sia con Salah sia con Perotti o El Shaarawy. Solo in un’occasione, Spalletti ha dovutocambiaremodulo e tornare al vecchio 4-2-3-1, a Torino con la Juventus, quando non aveva a piena disposizione né Peres né Salah, entrambi infortunati. Giocò Gerson alto a destra e ancora ne parliamo. Fu una specie di mutazione genetica cominciata male e finita peggio. Le sconfitte, da quel derby in poi, sono arrivate sempre quando Spalletti ha cambiato: oltre a Torino, la Roma è caduta a Genova contro la Sampdoria (Vermaelen al posto di Manolas) e con il Villarreal all’Olimpico (turnover naturale, otto cambi, ma per via del risultato acquisito all’andata). In questo tour de force, Lucio ci penserà bene a stravolgere certi equilibri metabolizzati. Piccoli cambi ma il modulo resta intoccabile. Perché anche grazie a questo, Spalletti ha battuto il record di punti messo nel 2006, quando nelle 26 partite di campionato aveva realizzato 56 punti. Quest’anno sono 59. Ah, se quel 3-4-2-1 fosse arrivato prima…

fonte: Il Messaggero

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