(F.Capurso – I.Lombardo) – Paolo Berdini è fuori. Anzi no, resta. Va via dopo o forse subito. Quasi quasi, meglio un «gruppo di affiancamento», è l’ultima trovata del Campidoglio. Nella girandola di soluzioni, dalle più originali a quelle addirittura inedite, come la «riserva», ancora da sciogliere, sulle dimissioni di Berdini dall’assessorato all’Urbanistica, si consuma il tentativo di prendere più tempo possibile. Il desiderio di vendetta è un sentimento che può essere infiocchettato con mille logiche spiegazioni e altrettanti validi motivi. Eppure, caduti gli orpelli, quel che resta è sempre una cruda vendetta. La sindaca di Roma Virginia Raggi, nei confronti di Berdini, che le ha riservato frasi poco lusinghiere, avrebbe tutte le ragioni per nutrire un rancore risolutivo. E invece, qualcosa sta prolungando un addio che pare inevitabile. Nella serata in cui esplode il caso c’è stato un momento in cui l’addio all’assessore è stato ad un passo dall’essere sancito con un comunicato che, intorno alla mezzanotte, stavano concordando con Beppe Grillo. Poi, all’improvviso, tutto si ferma. Viene deciso di prendere ancora del tempo; forse, per non lasciarsi trasportare dagli eventi, per poter ragionare a mente fredda. La notte porta consiglio. Il mattino seguente in Campidoglio viene suggerito a Raggi di mantenere quella «riserva» sulle dimissioni presentate da Berdini.
Insomma uno che piacerebbe ai costruttori meno di Berdini, quando invece la giunta Raggi appare più propensa a un compromesso politico per la realizzazione del progetto. Dietro il nome di Montini, inviso anche ai parlamentari M5S che lo ricordano per i «modi troppo severi» all’ufficio legislativo della Camera, invece, sembrerebbero due i nomi più forti. Quello di Carlo Cellammare, ingegnere e docente di urbanistica all’università La Sapienza di Roma e quello di una donna, Paola Cannavò, docente di ingegneria dell’ambiente, sulla quale cadrebbero le predilezioni della Raggi e che era già entrata in una lista del Campidoglio per andare alla guida del nuovo assessorato ai Lavori pubblici, che sarebbe nato da quello spacchettamento del dipartimento di Berdini che è prossimo a essere realizzato ma che in realtà era già in programma da più di un mese.
fonte: La Stampa