(F. Viola) – Ha scelto la Roma a fine carriera, ma da calciatore è stato anche a Firenze. Sei mesi soltanto, ma comunque intensi “In tanti anni di carriera è stata l’unica squadra che ho lasciato a gennaio”, dice Federico Balzaretti, oggi collaboratore dell’area sportiva della Roma.
Cosa ricorda di quell’esperienza in viola?
“Venivo dalla Juventus e avevo ottime speranze. Trovai un gruppo bellissimo, forse i compagni che ricordo con maggior affetto. Mi sono ambientato subito bene e la squadra fece una stagione esaltante, raggiunse la qualificazione in Champions, arrivò in semifinale di Europa League perdendo solo ai rigori con i Rangers”.
Quindi il problema fu con l’allenatore, Prandelli?
“In quel periodo non mi vedeva proprio, e poi invece mi ha convocato per quattro anni di seguito in Nazionale. È stata l’unica volta che ho cambiato maglia a metà stagione, ma parlando con il mister onestamente mi disse che se avevo altre possibilità avrei fatto bene a cambiare, e andò bene così. Ma se devo fare un bilancio con la squadra, la società e la città mi trovai davvero benissimo”.
Martedì all’Olimpico che gara si immagina?
“Una gara bella, spettacolare. Tra due squadre che giocano un bel calcio, con idee e identità precise. Entrambe giocheranno il loro calcio con in campo valori tecnici importanti. Sarà una partita difficile per noi, ma abbiamo la possibilità di fare bene”.
Chi prenderà in mano la gara?
“Noi cercheremo di fare possesso palla che è anche la loro caratteristica di forza. Se devo evidenziare una loro nota debole è che spesso, facendo possesso palla in avanti, perdono palla facendosi trovare scoperti. Dobbiamo essere pronti a sfruttare appena concederanno qualche cosa dietro”.
Psicologicamente come arrivano alla sfida le due formazioni?
“Loro non perdono da tanto, ma noi siamo in un periodo positivo, nonostante la sconfitta con la Sampdoria. Tutti nel calcio si fermano a giudicare il risultato, ma abbiamo fatto la partita e a dieci minuti alla fine eravamo in vantaggio. La squadra è in un buon momento, lo ha detto anche il mister, è in una fase di crescita importante, di solidità”.
Quali sono i loro punti di forza?
“Sono bravi a pressare alto ed hanno dei buoni giocatori. Gli attaccanti davanti aprono spazi e poi mi piace evidenziare la ottima stagione di Federico Chiesa, un giovane che al primo anno in A si sta imponendo con personalità. A me personalmente piace molto a centrocampo Vecino, poi se gioca anche Borja Valero…”.
Un giudizio su Paulo Sousa?
“Un giudizio positivo anche se non lo conosco personalmente. Ha un’idea di gioco moderna. Muta il sistema tra la fase offensiva e quella difensiva. Un allenatore attento, quando si dice ‘si vede la mano dell’allenatore’”.
A proposito, lei sfiorò Spalletti e la Roma nel 2005 quando il Torino fallì, ma alla fine la sua decisione fu quella di andare alla Juventus.
“È vero, siamo andati vicinissimi…Mi è spiaciuto tantissimo non essere mai stato allenato da lui. Allora fu una questione di famiglia, sarebbe nata la mia prima figlia dopo quindici giorni e decisi di rimanere a Torino, pur facendo un passaggio importante, dal Toro alla Juventus”.
Cosa ha portato al gruppo a suo parere il ritorno di Spalletti?
“Tantissimo. Ha migliorato i giocatori, ha dato loro maggiore convinzione. Di Spalletti mi piace tutto. È straordinario dal punto di vista tecnico e tattico”.
Dove può arrivare questo gruppo secondo lei?
“Non si può sapere, nel calcio si ruota anche intorno ad episodi. Il mister quest’anno ha costruito e sta continuando a costruire una squadra competitiva. Ora si gioca tutto in due mesi, ma io credo che questa squadra sia pronta per affrontare questo ciclo di importanti partite. In un anno abbiamo fatto tante cose, soltanto la Juventus ha fatto meglio di noi, ma i loro numeri sono stati unici. Siamo li a giocarcela con tutti”.
Fonte: As Roma Match Program