Un altro No ideologico della Raggi, un’altra mazzata sui denti alla città I1 comune di Roma si sta specializzando in rifiuti, purtroppo non quelli che continuano a riempire le strade della capitale, ma in rinunce e bocciature di qualsiasi grande investimento, automaticamente bollato come “speculazione”. Dopo il “no” alle Olimpiadi, che forse non sarebbero state un ottimo affare per il paese ma che per la Capitale avrebbero rappresentato un flusso netto di investimenti, l’amministrazione Raggi ha deciso di delimitare il proprio recinto ideologico piantando un altro “no”, stavolta allo stadio della Roma a Tor di Valle. No a tutto, perché tutto puzza di speculazione e corruzione. Così l’amministrazione grillina prima ha chiesto la proroga di trenta giorni della Conferenza dei servizi per valutare meglio il progetto e, praticamente in contemporanea, l’ha rigettato. “Il parere unico di Roma capitale sul progetto definitivo è non favorevole”. Le obiezioni burocratiche sollevate dal Campidoglio sono la sicurezza stradale, il traffico e il rischio idraulico, ma le motivazioni reali sono state esposte più volte dall’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, il grande nemico dello stadio: “Se ci sono i tre mostri (le torri dell’archistar Libeskind. ndr) non si fa, le grandi opere fanno male alla salute”. Lo spirito che muove le scelte dell’amministrazione è ben sintetizzato da un intervento pubblico dello stesso Ber-dini: “Sullo stadio l’hanno presa sui denti”, una frase poi smentita ufficialmente dall’assessore, a sua volta smentito dalla diffusione della registrazione dell’audio (ah, lo streaming). Dopo il gran rifiuto sono intervenuti l’allenatore della Roma Luciano Spalletti (“Famo sto stadio”) e il capitano Francesco Totti (“Vogliamo il nostro Colosseo moderno, una struttura all’avanguardia per i nostri tifosi e per tutti gli sportivi!”), a cui ha risposto il sindaco Virginia Raggi: “Caro Totti, ci stiamo lavorando. Ti aspettiamo in Campidoglio per parlarne”. Quella che sembra un’opera che riguarda la Roma è in realtà un progetto di riqualificazione urbana (a carico dei privati) che riguarda la città di Roma: nuovo quartiere degli affari, prolungamento della metro B, nuovo parco fluviale, miglioramento idrogeologico e potenziamento delle infrastrutture in una zona che versa nel degrado. Berdini e la Raggi avranno scagliato il loro No contro gli “speculatori”, ma alla fine chi l’ha preso sui denti è stata la città.
Fonte: il foglio