(Il Fatto Quotidiano – I. De Carolis) – “L’aver preso una decisione così delicata dimostra che il M5S sa stare ai tavoli, quelli grossi. Ed è un bene per il Paese, perché il Movimento è come il terzo Stato che ha preso la Bastiglia: un pezzo di società che dimostra di saper governare“. Vola alto, il vicesindaco di Roma Luca Bergamo. In un bar del centro, celebra l’accordo sullo stadio della Roma. Ripete: “La sindaca Raggi è stata decisiva. Ha tenuto sempre la barra dritta, voleva fare lo stadio, ma secondo i principi del M5S“. E precisa: “Faremo una nuova delibera“.
Mercoledì scorso Beppe Grillo era stato chiaro: “Si allo Stadio ma non a Tor di Valle”. Come avete trovato la quadra in due giorni?
“La svolta c’è stata giovedì sera, durante uno dei tavoli tecnici con i proponenti. La Roma ha compreso che non c’erano le condizioni per recepire un progetto di quelle dimensioni”.
E perché lo ha capito?
“Era molto aumentato il rischio che lo stadio non si facesse. E poi il club ha capito che costruire un business park così vasto era un notevole rischio d’impresa”.
Resta il fatto che le parole di Grillo andavano in direzione opposta. Erano concordate?
“(Sorride, ndr) Non so, a me non aveva detto nulla prima. Di certo qualcosa è cambiato negli ultimi giorni. Nell’ultima fase è stata possibile una discussione sul merito del progetto, sulla sua quantità e qualità. E non su posizioni prese a priori”.
L’ex assessore all’Urbanistica Paolo Berdini era contrario: la nuova fase è partita da quando si è dimesso?
“La sua posizione ha pesato sull’iter della trattativa. Ha sempre detto che era favorevole alla costruzione dello stadio e ha condotto la discussione per arrivare a un accordo alle sue condizioni. Poi però non si è andati mai avanti nel confronto con le parti”.
E perché?
“Probabilmente era convinto che la tensione in pubblico sul tema, le dichiarazioni, potessero pagare. E che ci fosse un percorso per arrivare alla non fattibilità dello stadio, in base ai pareri tecnici. Ma se non fosse andata così, ci saremmo ritrovati con il progetto originario in Conferenza dei servizi”.
Berdini non era l’unico contrario. Tanti nella base erano ostili, e una deputata come Roberta Lombardi aveva tuonato contro “la colata di cemento”. Quanto vi è costato?
“È normale discutere”.
Non ha risposto…
“Hanno detto la loro tutti quanti, ci sta. L’importante è decidere”.
Sarà. Ma nella trattativa avete ceduto anche voi: magari per paura dei tifosi della Roma…
“Sciocchezze. Avremmo ceduto se avessimo cercato di non decidere. Avete scelto assieme al capo, a Grillo. Falso. Nella riunione di lunedì in Comune lui ci ha invitati solo a prendere la decisione più giusta. Ha sempre rispettato il fatto che dovessero decidere la sindaca e la giunta”.
Venerdì sera la riunione decisiva tra la sindaca e i consiglieri è stata molto tesa. C’è stata molta dialettica, si è discusso di aspetti tecnici e anche simbolici. Si è parlato di sette consiglieri contrari.
“No, sono stati tre. Voi esultate per il taglio delle cubature, ma la Roma ha incassato un netto abbassamento delle opere pubbliche”.
Bell’affare.
“No, abbiamo fatto solo delle modifiche, perché c’è un minore carico antropico e di cubature”.
E quindi gli oneri di urbanizzazione secondari, quelli per la viabilità, possono calare. Le vie di accesso allo stadio scendono da sei a due, in una zona già difficile a livello di viabilità.
“Non mi pare proprio. Vado a a memoria, ma rimangono la nuova fermata della Roma Lido, l’allargamento della via del Mare e almeno due ponti di collegamento”.
Ora come procederete?
“L’orientamento è approvare una nuova delibera, e poi farla approvare in aula”.
Questa Conferenza dei servizi non potrà mai approvare una nuova delibera. Dovrete ripartire da capo.
“Secondo i nostri legali può passare”.
Ma come?
“II progetto è stato stravolto. Non è cambiato nella sua collocazione, e non è cambiato così tanto nella parte delle opere pubbliche. E poi non c’è interesse da parte di nessuno a chiudere una conferenza dei servizi e ad aprirne un’altra”.
C’è anche il vincolo chiesto dalla Soprintendenza sull’ippodromo di Tor di Valle.
“La Roma si è già impegnata a fare delle modifiche a sue spese, se il vincolo imponesse una revisione del progetto”.
Ma il club farà ricorso contro la Soprintendenza?
“Mi pare molto probabile”.
Anche la Lazio vuole un suo stadio, ha visto?
“La richiesta non è ancora arrivata”.