(E. Menghi) Era tutto vero. I filmati, gli esami diagnostici e le sensazioni negative raccontavano l’inizio dell’incubo, parte 2. Centododici giorni dopo, ieri Florenzi è tornato sotto i ferri del Professor Mariani e ha ricominciato da zero. Perché il crociato ricostruito nel ginocchio sinistro si è staccato, proprio come quello «originale» aveva fatto lo scorso ottobre. La diagnosi è stata certificata tramite artroscopia ieri mattina a Villa Stuart e, una volta appresa la verità che a Trigoria già sapevano tutti, l’esterno è stato subito operato. Per il secondo intervento è stato necessario prelevare il tendine rotuleo dall’altra gamba, la destra, proprio come con Strootman nel settembre 2015. C’è il rischio in questi casi che si sviluppi una tendinopatia o altri tipi di fastidi, per cui serve maggiore cautela durante la riabilitazione ed è anche possibile che i tempi stimati, 5 mesi stando al bollettino della Roma, si allunghino. Con l’estate di mezzo è plausibile che tra luglio e agosto il giocatore ultimi il recupero e si prepari per ripartire dal via a settembre. Strootman, per esempio, dopo 5 mesi faceva gol con la Primavera, ma solo dopo 8 era titolare in prima squadra. C’è da calcolare anche la componente psicologica: quello di Florenzi è un piccolo dramma sportivo e il suo morale nei giorni scorsi era a pezzi. «Sta come chiunque si opera la seconda volta – ha raccontato il dg Baldissoni che è andato a trovarlo con Massara in clinica – ma Alessandro è un ragazzo forte, positivo e questo lo aiuta».
Avrà più paura della volta precedente e questo potrebbe pure risultare un bene per lui, che per la forte voglia di tornare spesso si portava il lavoro a casa e soprattutto stavolta, con entrambe le ginocchia «toccate», i carichi extra sono aboliti. «A parte la rottura acuta del trapianto, le condizioni dell’articolazione erano ottime», Mariani all’uscita della sala operatoria fa il punto della situazione, affiancato dal dottor Del Vescovo: «I menischi che si erano rotti la prima volta ora sono perfettamente guariti. Purtroppo c’è l’elemento sfortuna. Non ho la pretesa di fare dei Robocop dopo che li opero. Mi sto impegnando, ma l’ intervento non dà garanzia che il crociato ricostruito sia più forte di quello del Padre Eterno». Ha realizzato recuperi prodigiosi in stile Insigne, ma i tempi record finiscono sotto accusa quando qualcosa non funziona: «Sono i classici 4 mesi, quelli di Rudiger, Mario Rui, Capradossi e Ponce. Florenzi era perfetto nel controllo che ho fatto il 1° febbraio». Quanto ai tempi di recupero dopo il secondo intervento: «Sono leggermente più lunghi». «Ti aspettiamo più forte grande Ale», è l’augurio dell’ad Gandini, seguito da quello dell’account ufficiale della Roma: «Siamo con te! Ti rivogliamo così» e sotto la foto con Florenzi che fa la linguaccia. Alla sfiga.