(F. M. Magliaro) C’è un filo unico, e non è rosso. Ma – per buttarla sul tifo – è a tinte biancocelesti. Unisce la soprintendente, Margherita Eichberg, la sua volontà di apporre il vincolo «Stadio Flaminio» sulla carcassa dell’ippodromo di Tor di Valle, il solito giro di architetti urbanisti profeti del «no» ad ogni costo e Italia Nostra. E perché no, secondo i tifosi giallorossi, tira in mezzo anche la Lazio. La soprintendente Eichberg dichiara di non avere interesse nel calcio e di non essere tifosa. Il contrario del fratello, Federico, vicepresidente vicario della Società Sportiva Lazio. Un pedigree che per i tifosi rende la Soprintendente «sospetta».
Contattato da Il Tempo, il numero due biancoceleste la mette così: «Mi auguro che sia Roma che Lazio possano avere entrambe uno stadio di proprietà nel rispetto delle regole. Margherita? Quando siamo insieme siamo una famiglia. Lei non segue il calcio e non parliamo dei nostri lavori». Poi c’è il legame della soprintendente con l’associazione ambientalista Italia Nostra, alla quale appartiene anche Emanuele Montini, antistadio, noto alle cronache per esser stato tra i papabili a sostituire l’assessore Berdini.
Sul blog di Giorgio Muratore, architetto, professore di Storia dell’Architettura contemporanea a La Sapienza, c’è un file pubblicato il 31 gennaio: è la richiesta di Italia Nostra alla soprintendente Eichberg di apporre il vincolo architettonico sulle tribune di Tor di Valle. Nella lettera alla Eichberg ci sono dei passaggi suggestivi: «Italia Nostra Roma chiede di apporre con somma urgenza il vincolo monumentale» e, ancora, «nella certezza che Lei abbia ben chiaro il valore» dell’ ippodromo e «la assoluta necessità di tutelare il bene». Andando sul blog di Italia Nostra Roma, in un articolo l’Associazione ribadisce la necessità di apporre il vincolo sull’Ippodromo e rivendica la richiesta: «Italia Nostra Roma ha chiesto l’apposizione di vincolo con “somma urgenza”». Dalla conversazione con la Soprintendente emerge che la lettera è del 23 gennaio, giorno in cui i Comitati tecnici si riuniscono e decidono di far partire l’iter per apporre il vincolo. E nella lettera di vincolo si legge: «L’oggettiva importanza dell’opera e documentata da una serie di elementi che si vanno di seguito ad elencare» fra i quali «è riportata in tutte le guide di Roma moderna (da ultimo Muratore G., Roma, Guida all’ architettura, L’Erma di Bretschneider, Roma 2007, p. 268, scheda 518)».
E ancora. Anche la stessa soprintendente Eichberg sarebbe persona assai vicina a Italia Nostra. Quando, infatti, nel 2015 la Eichberg si trovava, per conto del Mibac in Calabria, pubblica un testo, «Il paesaggio come Museo diffuso», proprio per Italia Nostra. La Soprintendente spiega: «Si trattava di un corso per insegnanti al quale avevo preso parte con una riflessione sul museo diffuso».
Insomma, è quanto meno curioso questo intreccio fra un noto docente di architettura, Italia Nostra e la Soprintendente che, afferma, «è dal 2014 che diamo pareri di forte criticità cui non è seguita alcuna revisione progettuale». Peccato che queste affermazioni della Eichberg non trovino conferma nei documenti ufficiali e che, nel caso fosse, un conto è apporre un vincolo, un altro è un parere di criticità.