(E. Menghi) I calcoli di Pioli sui rigori sono stati aggiornati, a suo sfavore. Ma non è dagli undici metri che la Roma ha vinto la partita e Spalletti si ribella: «Non so cosa cercano tutti, la moviola va bene come vi pare. Posso dire che quello non è fallo, l’altro sì, su Nainggolan non sono d’accordo perché appoggia solo la mano su Gagliardini e per me il contatto è regolare. Abbiamo meritato i tre punti, punto e basta. Mi interessa la prestazione, non i fatti arbitrali. Se si vuol riportare la gara sotto questo aspetto, è una mancanza di rispetto verso i miei giocatori. Non abbiamo rubato niente. Ora si vuol dire che i punti di differenza sono i rigori? Ne abbiamo avuto uno solo l’anno scorso e abbiamo vinto lo stesso. Questo è il cappello, poi vediamo cosa c’è nella testa e cosa c’è dentro».
L’analisi si sposta sui fatti di campo: «In alcuni frangenti siamo stati più bravi, se avessimo giocato meglio la palla in alcuni momenti li avremmo devastati, però abbiamo fatto una grande prova. La mossa di Jesus? Dovevo scegliere tra lui e Mario Rui e visto che Candreva è veloce ho messo Juan a fare la fase difensiva. La posizione di Perisic non mi ha sorpreso perché Dzeko ci aveva avvertito che poteva giocare lungo tutta la fascia sinistra». Nainggolan è l’arma in più di una Roma da 21 punti nel girone di ritorno, come la Juve: «Radja è questo qui, è un animale. Lui nella partita di pallone deve riconoscere il massimo del godimento della sua vita». Fazio è un altro guerriero, Spalletti rivela un retroscena sul difensore: «Con lo Zenit lo avevamo seguito e lo conoscevamo bene. Lo stavamo per prendere. Per me può fare anche il mediano, è un gigante che corre, non è uno di quelli che sente bruciare la palla».
Non è un solo uomo a decidere un match e il discorso vale anche se ci si sposta su discorsi più ampi, complicati ma finalmente risolti, come la vicenda stadio: «Più che il merito di una persona – confida il dg Baldissoni – servono buone idee e buone volontà. Tante, non di uno solo. Parliamo di cose oggettive, non soggettive. A Pallotta ho mandato un sms, ma parlavamo della contentezza per la partita appena vinta». La settimana si è chiusa al meglio, dopo il lieto fine all’affaire stadio con il sì della Raggi: «Siamo in una fase molto avanzata nell’approvazione di un’opera complessa. Il progetto è per la città, è importante per il sistema calcio e il sistema Paese. E’ una sorta di esperimento, per la prima volta proviamo la legge sugli stadi e la legge Madia sulla conferenza dei servizi. Vogliamo facilitare investimenti di questo tipo. La Regione è la padrone di casa nella fase di autorizzazione e questi grandi interventi vanno fatti nel rispetto delle regole e degli obiettivi. Siamo felicissimi di aver trovato una nuova dimensione di accordo con il Comune, che deve essere orgoglioso come lo siamo noi». Per i soldi assicura: «Non sono un problema, trattandosi di un investimento produttivo. Higuain? Una cosa per volta. Prima lo stadio e poi compriamo pure un Higuain». La ciliegina sulla torta.