(B. Tinti) – Nel 2002 la città di Torino affrontò il problema dello stadio della Juventus. Il Delle Alpi, costruito dal Comune per i Mondiali del 1990, tra mille discussioni e polemiche, era figlio di un’epoca ante Tv satellitare, molti posti per molti spettatori; e poi la pista per atletica allontanava il campo da gioco dagli spalti. Il suo principale difetto era però il fatto che fosse proprietà del Comune. Spese di manutenzione elevatissime; e di investimenti non se ne parlava proprio… Così la città cedette il diritto di superficie sulle aree per 99 anni e la struttura del Delle Alpi alla Juventus per 25 milioni di euro.
PER RENDERE APPETIBILE l’offerta, il piano regolatore venne modificato e così la società ebbe la possibilità di costruire immobili commerciali che avrebbero reso l’area socialmente fruibile e garantito introiti ben superiori a quelli prodotti dalla sola vendita dei biglietti delle partite. Il Comune ci guadagnò un sacco di soldi. Tutto questo per dire che, anche in Italia (all’estero è prassi costante), la pratica di affidare a privati la proprietà e il conseguente sfruttamento economico dei complessi sportivi è ben conosciuta. Si valorizzano aree in genere depresse e si costruiscono infrastrutture importanti, il tutto senza spendere un soldo e anzi guadagnandone tanti. Quanti, sta nell’abil ità e nella forza contrattuale dell’Ente Pubblico.
SICCHÉ BENISSIMO fece il Sindaco Marino (indegnamente aggredito da congiure di palazzo e sostituito nel modo che ognuno può constatare giorno dopo giorno) a stipulare con AS Roma Calcio l’accordo del 2013: nuovo stadio da 60mila posti, negozi e ristoranti appena fuori dallo stadio, un parco pubblico e tre grattacieli progettati da Daniel Libeskind, uno degli architetti più famosi al mondo (ha progettato il nuovo World Trade Center di New York), il prolungamento della metropolitana B. Il tutto a Tor di Valle, zona degradata se mai ce n’è stata una, ma con prospettive di riqualificazione ottime, non lontana dal centro e dall’aereoporto di Fiumicino. Un investimento di quasi 2 miliardi di euro, totalmente a carico di privati.
INSOMMA, recupero di una enorme area urbana, miglioramento delle condizioni di vita sociali ed economiche dei cittadini, tifosi (milioni di) contenti, tutto gratis. Ai nuovi arrivati in Campidoglio non gli sta bene. Perché? I palazzinari si comprano Roma. Beh, da un secolo la proprietà non è più un furto, almeno nel mondo occidentale; e chi spende miliardi di euro obiettivamente a vantaggio della collettività si aspetta giustamente di guadagnarci. Inoltre i grattacieli rovinano la skyline di Roma. A parte che Roma, esclusa la zona archeologica e centrale, è una delle città più brutte e deturpate del mondo, qualcuno di questi improvvisati architetti urbani ha mai fatto un giro a Canary Wharf a Londra o alla Défense a Parigi? La zona presenta problemi geologici. Anche il Giappone ,tutto, ma là costruiscono lo stesso; sorvegliate che a Tor di Valle si adottino gli stessi criteri. E infine chissà di quanta corruzione sarà causa questo progetto. Questo è davvero il massimo: lo sapete tutti che siamo corrotti, non metteteci in tentazione.
IL PROBLEMA dei grillini è sempre lo stesso. Per questo hanno tanto consenso: dire male degli altri (che, per carità, se lo meritano) è la parte semplice del lavoro; poi bisogna darsi da fare. Ma qui ci va competenza, indipendenza e onestà; e – a dire tanto – loro, al massimo e non tutti, sono onesti. Inoltre il problema dell’indipendenza e della competenza è che ti fa perdere il consenso che hai guadagnato con l’onestà: perché fare (bene) significa scontentare molti. A me di calcio nulla me ne cale. Ma “Famo Sto Stadio” (inteso come complesso urbano) non è solo una genialità comunicazionale. E proprio una cosa buona per i cittadini.
Fonte: Il Fatto Quotidiano