(C.Zucchelli) – «E mica come le persone, che a causa dei particolari mandano per aria sogni e grandi amori». Cantava così, Povia, nel 2006, quando vinse Sanremo condotto da Panariello e dalla neomamma Ilary Blasi, arrivata solo negli ultimi giorni, visto che prima doveva occuparsi di suo marito. Era all’aeroporto, Ilary, quando Francesco Totti si infortunò: Mondiale a rischio, giocatore in lacrime, il piccolo Cristian, tre mesi, a dargli la forza di operarsi subito. In quei giorni il capitano della Roma ascoltava la canzone di Povia, visto che proprio per un particolare, cioè la placca nella caviglia, non voleva mandare all’aria il suo sogno: vincere il Mondiale. A Francesco, quindi, mercoledì è venuto naturale stravolgere la scaletta e scegliere quella canzone come la preferita del Festival al posto della prevista «Si può dare di più».
TWEET E RADIO – Apriti cielo: visto che il picco dell’Auditel è stato registrato con lui (oltre 14 milioni di spettatori) e lo stesso vale per i tweet (più di 30mila solo su #Totti, oltre 100mila quando era in onda), la scaletta non rispettata e la battuta sul piccione sono diventate virali. «Lo ha fatto per prendere in giro l’aquila Olimpia, che i romanisti chiamano “er piccione”», è stato il passaparola, diventato argomento di dibattito nelle radio romane. Saputa la polemica, Totti ha voluto chiarire tramite Maria De Filippi: «Non ce l’aveva con la Lazio, ma era la canzone che ha vinto quando conduceva la moglie». Tutto risolto? Più o meno: le emittenti che si occupano di Roma hanno continuato a trasmetterla, i laziali hanno replicato: «Ormai sta più in tv che in campo». E pazienza se Totti devolverà il compenso a varie associazioni benefiche o se quella frase («tra 20 anni farò qualcosa che mi piace, alla Roma o altrove») getta qualche ombra sul futuro: tutti a pensare al derby. Chissà, allora, cosa potrebbe succedere se davvero si concretizzasse l’ipotesi del direttore di Rai Uno, Andrea Fabiano: «Una conduzione Totti-Ilary? È interessante». Carlo Conti approva. E se quelle di mercoledì sono le premesse, altro che piccioni…
fonte: La Gazzetta dello Sport