(A.Catapano) – Oggi o mai più. Alle 17 in Campidoglio è in programma l’ennesimo round dell’estenuante combattimento sul progetto Tor di Valle, fra Giunta Raggi e proponenti. Ieri dalla Roma arriva un nuovo attacco, pesante, una sorta di ultimatum dettato da James Pallotta, dagli Usa. «Non avrebbe senso dire di no. Così scherzano col fuoco. L’amministrazione deve pensare alle generazioni future che stanno andando via perché non hanno opportunità e lavoro. Parlo di migliaia di giovani brillanti che incontro. Basta con le stupidaggini. Le mie dichiarazioni sono per Roma e l’Italia. Una volta che sarà tutto chiarito farò dei programmi». Cosa significhi bene quest’ultima frase lo esplicita meglio Luciano Spalletti: «Senza stadio c’è da aspettarsi che Pallotta vada via».
APPOGGIO CEFERIN – Se la Roma è parte in causa, il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin che interesse può mai avere a tirare la volata al progetto Tor di Valle? «La mia unica preoccupazione per l’Italia riguarda le infrastrutture. Se vuole competere con Paesi come Spagna, Germania e Inghilterra ha bisogno di infrastrutture migliori». E, dunque, «se non si farà lo stadio della Roma so per certo che sarà un disastro non solo per la Roma, ma per il calcio italiano».
STESSO RISCHIO – Poco più tardi, Ceferinraggiunge l’Olimpico (dove si sono sentiti cori di insulti contro Raggi e Grillo), per assistere alla sfida col Villarreal. Ignaro, certamente, che l’area su cui sorge lo stadio presenta lo stesso rischio idraulico, R3, di Tor di Valle. Ma mentre qui il livello di rischio è dato da una possibile esondazione del Tevere, lì da uno straripamento del Fosso di Vallerano. Fa una bella differenza, soprattutto nel momento in cui il progetto-stadio, da 3 anni, prevede di mettere in sicurezza quel fosso con un investimento di 10 milioni di euro. Beppe Grillo e gli altri leader grillini lo sanno, eppure da 36 ore citano il «rischio idrogeologico» come l’ostacolo principale alla costruzione. «È una bugia, l’ennesima – racconta Giovanni Caudo, assessore all’Urbanistica con Marino –. L’area di Tor di Valle non è esondabile a causa del Tevere, ma lo è il quartiere limitrofo di Decima, peraltro già abitato, a causa del Fosso di Vallerano che è fuori dall’area».
ULTIMA CHANCE – Come si è sgonfiata la questione vincolo architettonico, così accadrà per il rischio idrogeologico. Non è su questo che oggi pomeriggio in Campidoglio, col probabile corollario di qualche centinaio di tifosi romanisti, Giunta e proponenti proveranno a iniziare una nuova trattativa. Sì, c’è ancora una piccola speranza. Ma solo se sul tavolo della sindaca in queste ore non sarà arrivato materiale interessante, né dall’Avvocatura né dal Dipartimento di Urbanistica, per provare ad annullare come illegittima la delibera di pubblica utilità votata nel 2014, che resta il primo obiettivo. Viceversa, senza un buon motivo che la metta al riparo da cause miliardarie, la sindaca oggi dovrà verificare ancora una volta con i proponenti se un’intesa è possibile, magari chiedendo un altro mese di proroga alla Conferenza regionale per capire dove sforbiciare qualche cubatura in più e dove depennare qualche altra opera pubblica. Non farebbe gli interessi dei cittadini, ma, forse, convincerebbe i suoi consiglieri riottosi. È la politica, bellezza.
fonte: La Gazzetta dello Sport