A settembre Mario Rui fece una gradita sorpresa alla sua ex squadra: l’Empoli giocava contro la Lazio ed era in ritiro in un albergo dalle parti di Ponte Milvio, il portoghese fece irruzione in hotel e donò a tutti i componenti dello staff tecnico di Martusciello la maglia numero 21 della Roma, con il suo nome ben stampato sulla schiena.
Sabato sarà la sua partita, ammesso che Luciano Spalletti voglia concedergli la possibilità di giocare dal primo minuto. Almeno non di questo. Ecco, se fosse di fronte a un tatuaggio, la storia cambierebbe. Tempo fa andò così: andò insieme a compagni e amici a farsi tatuare sul petto l’impronta della mano della figlia – peraltro l’unico disegno sulla pelle del portoghese –, l’«operazione» durò ore invece dei minuti previsti, tanto era alto il timore di farsi male. Nove giornate di campionato e una di Coppa Italia: questo ha in testa ora il portoghese, dieci partite per cominciare a scrivere un futuro diverso dal presente. Il riscatto del suo cartellino, a Trigoria, è di fatto obbligatorio.
fonte: D.Stoppini – La Gazzetta dello Sport